No, non voglio parlare dei pianisti come le cronache di questi ultimi tempi ci stanno abituando e ciè di quei deputati che fanno timbrare la presenza ad altri colleghi senza essere presenti.

Ho conosciuto invece il pianista in questione Stefano Figliola molti anni fa, l’anno in cui entrai per la prima volta nella scuola di musica per eccellenza: il conservatorio. Lui aveva 19 anni ma era già considerato un mito. 

Ricordo  che spesso si parlava di lui come un talento fuori dalla norma. Aveva intrapreso gli studi musicali alla tenera età di sette anni e da allora è stato un crescendo di successi.

Gli studenti in pianoforte attendevano con curiosità i saggi finali per poter assistere al suo e poterne scoprire i segreti  .

L’anno del suo diploma, eseguì magistralmente il concerto n. 2 di Rachmaninof con l’orchestra, che per un ragazzo di 19 anni non era proprio una passeggiata.

Il direttore del conservatorio fu talmente entusisiasta che decise di affidargli lo stesso concerto all’interno della stagione sinfonica dell’annesso teatro di cui il maestro era anche direttore artistico.

Questo fu per lui un vero lancio perchè la critica non si risparmiò con gli elogi.

Il quotidiano di allora scriveva:

"il giovane è una natura musicale autentica ed ha il dono invidiabile di una mano prodigiosa"

Ha vinto numerosi concorsi e si è esibito nei teatri più prestigiosi d’Europa sempre con grande consenso di pubblico e di critica.

Ultimamente oltre che all’insegnamento, si è dedicato anche all’accompagnamento di cantanti lirici e alla musica  Jazz .

Girando per la rete ho trovato un suo video (una rarità) che vi voglio proporre.

leggi tutti i post

 

 

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10 Responses

  1. Molto gradevole e davvero mani da pianista! graszie per il bel commento |un abbraccio

  2. Davvero brava Alessandra, complimenti, bella voce e bella interpretazione che non ha nulla da invidiare a “mostri” del Jazz. Curioso rivedere il presentatore, non ricordo il nome, che passava indifferentemente dai commenti delle partite di calcio alle recensioni di concerti ed opere liriche. Qualche volta mi capitava di vederlo perché i miei seguivano spesso le TV locali. Bach in jazz non è una novità, ricordo un gruppo vocale americano degli anni ’50, mi è capitato di vedere qualche loro video anche di recente, girovagando su YouTube, (forse lo ricordi anche tu) che ebbe grande successo con un repertorio in cui figuravano proprio dei brani di Bach adattati in forma jazzistica. Anche in Italia ci fu una cantante, molto brava anche se non aveva un grande successo di pubblico (il genere era un po’ per appassionati ed intenditori) che eseguiva un repertorio simile. Non vorrei sbagliare (la memoria comincia a giocarmi brutti scherzi), ma credo si chiamasse Lilian Terry. Sbaglio? C’era anche un’altra cantante di musica leggera, Jula De Palma, che tentava di interpretare dei brani che la critica definiva jazz o swing. Ma, onestamente, a me non è mai piaciuta. Era un falso, una brutta copia degli originali americani. Un po’ come quando Milva pensa di essere una grande interprete di Bertold Brecht. Comunque Bach è sempre grandissimo, lo puoi fare Jazz, folk, country, ma la sua musica è senza stili, generi e tempo, perché quella è l’essenza della musica. Ancora complimenti…:)

  3. Caro Giano, non so davvero come ringraziarti per tutti questi complimenti! Quel presentatore si chiama Puppo Gorini ed è un grande appassionato di musica . Allora conduceva sia trasmissioni sportive che musicali (quella era una) veniva spessissimo in teatro e faceva i servizi per Sardegna Uno. Si, tantissimi hanno fatto questo genere.

    Ti regalo un video davvero carino di un gruppo vocale mitico . Lo pubblico nella colonna al lato

  4. Ecco chi era…Puppo Gorini…a me veniva in mente Mario Guerrini, che era un altro cronista sportivo ai tempi dello scudetto del Cagliari. Ma non mi veniva in mente Gorini. Sì, ricordo le sue recensioni. Qualche volta lo vedevo, anche se a malincuore perché non amavo molto le TV locali. Ricordo che era appassionao di musica e teatro.

    Grazie per quel video, davvero bello e bravi… Era proprio quello che intendevo. Non ricordo però il nome di quel gruppo anni ’50, ma con una piccola ricerca su YouTube lo ritroverei di sicuro. Fecero anche delle apparizoni in televisione, forse agli inizi degli anni ’60. Grazie ancora, buona serata 🙂

  5. Concordo in pieno con quanto espresso dal blogger GIANO. Complimenti davvero!

  6. Bach in jazz è sempre gradevole e consiglio agli appassionati del genere di ascoltare il trio di Jacques Loussier. La particolarità di questa jazz cantata è dovuta al fatto di ispirarsi a Bach utilizzando però dei temi originali sapientemente arrangiati. Credo che l’inserimento della vocalist in un gruppo jazz sia sempre una carta vincente e Alessandra è molto brava. Di Figliola so che di tanto in tanto alterna la sua carriera concertistica passando indifferentemente dal repertorio classico a quello Jazzistico e devo dire di aver ascoltato una volta da lui in concerto oltre alla sonata di Liszt un suo arragiamento del corale dalla cantata n° 149 di Bach assolutamente strepitoso. Questo video è una gradita sorpresa.

  7. avrei voluto suonare il piano..ma riuscivo a fare solo le prime note di “per elisa” (se non ricordo male!) ;o)ciao..e grazie..a volte vorrei fossero solo “bei versi”…e non la realtà..ciao bella otto

  8. nickname ha ragione, il trio Loussier é pauroso! Il video Bach in Jazz lo ricordo dai tempi di Sardegna uno. In quelle trasmissioni sono stati eseguiti molti brani del genere ma anche di musica classica. Questo Figliola é proprio un camaleonte perché affrontava indistintamente i due generi. Mi ricordo di averlo sentito anche col suo Bach jazz quartett in diversi brani di Brubeck, Bolling e Bacharach dove il batterista era Cosimo Lampis, uno dei maggiori percussionisti sardi di livello internazionale, e mi ricordo anche di un duo straordinario col clarinettista Marco Argiolas. Ma quel quartetto esiste sempre? Comunque bellissima esecuzione. Veramente bravi tutti!

  9. Che piacere rivedere dopo tanto tempo dei vecchi compagni di scuola. Mi ricordo di Rinaldo. Stefano l’ho conosciuto molto bene perché anch’io studiavo pianoforte ma non sapevo che suonasse anche il Jazz. Credo di aver conosciuto anche Alessandra però. E’ stata una bella sorpresa ritrovarvi riuniti insieme e tutti molto bravi…

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