simonaSe pensate che la biglietteria sia un luogo dove si staccano solo biglietti per concerti, manifestazioni,cinema ecc. vi siete sbagliati di grosso.

Una biglietteria teatrale, in particolare quella Teatro Lirico di Cagliari,è ben altra cosa. E’ quel lato del teatro che fonde il pubblico con lo spettacolo .

La sua è una veste molto particolare. Dalla disponibilità degli impiegati di questo settore può derivare il successo di una campagna abbonamenti.

La veste particolare della biglietteria del Lirico si è consolidata negli ultimi 10 anni, nasce trovando  la sua struttura ed il suo organico completo ai primi del 2001.

Composta da 6 persone che avevano compiti e mansioni diversificate, si è distinta per il prezioso e capillare lavoro di acquisizione ed ancor di più di fidelizzazione del pubblico abbonato .

Ho preferito però intervistare direttamente due impiegate storiche della biglietteria del teatro lirico (Simona Sarobba e Roberta Manno) e farmi raccontare la loro esperienza diretta.

“In cosa consiste il lavoro di biglietteria finalizzato al pubblico dell’Opera?”

“ Il servizio di Biglietteria che per più di 10 anni è stato il cuore del rapporto col pubblico del Teatro di Cagliari è stato  al tempo stesso un riferimento continuo sulle attività del Teatro, un punto d’incontro tra abbonati , un servizio di problem-solving per le esigenze più immediate, come ad esempio ,  per gli abbonati che dimenticavano  il titolo d’ingresso,  oppure ( durante l’esecuzione dei lavori del Parco della Musica ) serviva risolvere hic et nunc il problema parcheggi per i disabili, collegando tutte le richieste che venivano presentate allo sportello,  con gli uffici interni di pertinenza;  è stato il servizio che ha fatto crescere il numero di abbonati alla stagione concertistica e lirica da nemmeno 2000, prima di noi,  a numeri che sfiorano i 12.000 abbonati , in pochissimi anni. “

E’ un lavoro che richiede impegno, passione, sensibilità, cortesia, professionalità,  qualità che  vengono loro riconosciute dagli  abbonati i quali , anche in occasione del Concerto per i 150 anni  dell’ Unità d’ Italia, svoltosi al Bastione di Cagliari, si sono avvicinati numerosi al personale della ex biglietteria presente per chiedere: “ Ma quando tornate?”. Gli stessi abbonati che durante il presidio permanente misero oltre  2000 firme per veder reintegrata questa  Biglietteria all’interno e che purtroppo finora sono stati ignorati. Infatti attualmente i sei lavoratori che il pubblico affezionato conosce per nome, Carlo, Emi, Giacomo, Leila Roberta e Simona, sono, assieme ad altri precari del Teatro, senza contratto, a causa dei tagli del Fus, ma anche  di una colpevole mancanza di attenzione per un settore così strategico nell’economia aziendale di un Teatro come quello cagliaritano.

Al di là delle deplorevoli vicissitudini che hanno portato due anni fa alla chiusura della società che li aveva assunti a tempo indeterminato, per poi essere inquadrati  come dipendenti precari, mediante conciliazione in Tribunale, il lavoro degli impiegati si è sempre rivelato una carta vincente.biglietteria

Come biglietteria voi staccavate biglietti anche per un pubblico diverso da quello della lirica?

La biglietteria del Teatro Lirico si è sempre occupata dei soli spettacoli inerenti la produzione teatrale o la coproduzione degli stessi, a conferma dell’esclusività della promozione del solo logo “TEATRO LIRICO DI CAGLIARI”, cosa che ha comportato, tra le altre cose, che nessuna prevendita fosse applicata ai titoli d’ingresso.

“ Qual è il target medio del pubblico del Teatro?”

Il nostro pubblico è composto da diverse fasce d’età;  mediamente è un pubblico adulto, estremamente competente, esigente, che non si limita al nome di richiamo, ma presta attenzione al prodotto complessivo.

E’ vero che molti abbonati trovavano in voi persone a cui tramandare la storia del teatro?

Abbiamo un favoloso zoccolo duro di abbonati “anziani”, che richiamano le antiche memorie dei teatri di Cagliari, tanto da raccontare in biglietteria  aneddoti del Cine-Giardino come se fossero stati a quelle  rappresentazioni il giorno prima. Ma non abbiamo mai trascurato il pubblico più giovane, che in parte proviene dalle famiglie d’ abbonati che sono state capaci di trasmettere l’immenso amore per la Musica, avvicinati magari con sinfonie di grande suggestione, o con balletti che generalmente piacciono molto ai giovani .

Se non erro, il vostro lavoro vi ha portato anche ad avere rapporti col settore scolastico.

Noi spesso contattavamo direttamente i presidi  delle scuole non solo di Cagliari , ma dell’intera Provincia e regione; abbiamo avuto classi abbonate o che compravano abitualmente biglietti  e che provenivano da Villacidro, Muravera, Iglesias, Barisardo, Lanusei, Samugheo, Oristano.

Nell’ ottica del turismo, quale apporto può dare la biglietteria del Teatro?

L’esperienza ci ha insegnato delle cose fondamentali circa lo sviluppo del turismo d’Opera:  esiste una nutrita e appassionata schiera d’amanti del Bel Canto che non esita ad abbonarsi pur risiedendo fuori Sardegna. Questo lavoro è stato svolto in passato, tanto che siamo riusciti a far abbonare persino un gruppo di persone provenienti dal Giappone. Il marketing e la biglietteria sono strettamente e direi ovviamente legati;  tempo addietro, per spettacoli in Teatro ed all’Anfiteatro, è stata la biglietteria ad organizzare trasporti ed alberghi per i turisti che desideravano assistere alle rappresentazioni, costituendo di fatto un pacchetto d’offerta che comprendeva anche il biglietto d’ingresso.

Laddove ci è stato consentito, abbiamo costruito una sinergia di rapporti con i tour operators per promuovere a 360 gradi tutto ciò che il teatro metteva in scena. Abbiamo vissuto la nascita del “Festival di Sant’Efisio”, facendone integralmente la vendita in pochissimi giorni, come una vera e propria macchina da guerra,  il che comportava uno sforzo notevole, ma sempre ampiamente ricambiati dalla soddisfazione di vedere il teatro stracolmo di persone.

Cosa può significare per il Teatro Lirico di Cagliari una perdita d’abbonati?

La disaffezione non è un fattore che un Teatro possa permettersi di trascurare. Il Teatro esiste perché esiste un pubblico che lo ama. Di contro l’amore verso il pubblico si manifesta anche attraverso delle scelte che lo rendono il fulcro del nostro lavoro. Sembra banale, ma guardare alla clientela come ad un  semplice salvadanaio da cui guadagnare non è mai stato nelle nostre corde. La consapevolezza che il Cliente compra un buon prodotto dell’opera di tradizione, oppure dà fiducia  anche a ciò che non conosce per la curiosità di comprendere ciò che è nuovo, ad esempio le  opere  iniziali che erano delle inedite, ha senz’altro portato noi a incoraggiare l’acquisto, promuovere il cartellone, a volte convincere i più titubanti; è un servizio che abbiamo creduto utile inventarci e compiere capillarmente, sia attraverso le telefonate ad ogni abbonato, sia attraverso l’invio di lettere ed  i numeri parlano da soli. Basta vedere i tanti borderò, o scorrere i documenti ufficiali come i resoconti al MIBAC che attestano gli straordinari risultati ottenuti in un decennio.

E’ un errore pensare che si perdono abbonati solo  per via degli scioperi,  può in parte esser vero, ma si perdono anche quando  viene a mancare un rapporto confidenziale nel quale si è creduto, quando si trascurano le loro reali esigenze, come quelle di avere un orario d’apertura  in Teatro che renda agevole a tutti gli abbonati informarsi di persona, o acquistare. Perdere abbonati significa poi perdere presenze complessive e di seguito perdere ulteriore Fus, che come è noto è legato alle presenze oltre che alla produzione; alla luce del decreto Bondi serve un ricavo del 40% da incassi di botteghino per avere il regolamento sull’autonomia  per cui in definitiva  perdere abbonati è un colpo mortale per il Teatro. Ci auguriamo che il Teatro con le sue professionalità non venga lasciato morire, così come ci auguriamo di poter di nuovo contribuire personalmente  a renderlo il posto che è stato il primo Teatro in Italia per numero d’abbonati in rapporto alla popolazione.  Perché , ebbene sì,  riteniamo   che il criterio del merito debba avere veramente posto nel mondo del lavoro, per il bene di tutti.

di seguito la video intervista ad un’abbonato storico del teatro


YouTube Direkt

5 Responses

  1. Voglio esprimere anche io il mio rammarico per la chiusura della biglietteria. A parte gli orari molto più ampi, a noi abbonati manca molto la professionalità e la competenza degli addetti di prima. Erano sempre pronti a cercare la soluzione migliore, dal biglietto last minute al cambio turno. E soprattutto CONOSCEVANO BENE opere e interpreti.
    Quando tornate???

  2. E’ bellissimo questo articolo e ti faccio i miei più vivi complimenti.A ciò che affermi aggiungo che a maggior ragione dopo la famigerata legge Bondi la biglietteria è ancor di più un settore strategico.E’ infatti legata con i suoi incassi alla percentuale di vendite e proventi che occorre per avere l’autonomia ( 40%)
    Dare la biglietteria all’esterno in un momento come questo è come dare la cassaforte o il proprio conto corrente a degli estranei.
    Io credo che sia inevitabile oramai per le fondazioni avviare un buon marketing e migliorare la comunicazione, da questo punto di vista si dovrebbe creare un apposito ufficio che in sinergia con un esperto curasse tutta la parte commerciale e si interessasse di studiare e gestire progetti finanziati con contributi europei.
    La Biglietteria dovrebbe essere il "core business"di questo centro strategico.

  3. sono abbonato da 30 anni, ma di anni ne molti di più, e devo dire che la disponibilità della biglietteria negli ultimi dieci anni è stata veramente il Top. Non capisco perchè quando le cose funzionano bene si devono eliminare. Ultimamente mi sta costando troppo dover andare a prendere i biglietti come diciamo noi cagliaritani”in su corru de sa furca” . Con le signorine della biglietteria eravamo diventati amici e mi chiamavano a casa quando c’era qualunque modifica. Ora se va bene ci restituiscono il biglietto. Vi prego ridateci la Vecchia biglietteria!!

  4. io sono anziana ed ho chiesto a mio nipote di lasciare un mio messaggio a questo articolo. Me lo ha fatto leggere lui. Se nella mia vita ha ancora senso la musica è perchè esisteste anche questo teatro e fino a poco tempo fa anche questi ragazzi meravigliosi:Carlo, Emi, Giacomo, Leila Roberta e Simona. La prego signor sovrintendente Di Benedetto, ci ridia questi ragazzi. La gioia cominciava dall’acquisto dell’abbonamento perchè insieme c’era anche il loro sorriso e la loro gentilezza. Caterina Gozzo in Mura

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