roberto magnaboscoConfesso che ho avuto difficoltà a mettere ordine e soprattutto a riassumere quella che è l’intensa vita professionale del ballerino- coreografo Roberto Magnabosco, cagliaritano-sardo, ma  figlio di mamma milanese, padre veneto e nonna austriaca. lui si sente sardo a tutti gli effetti perché è nato precisamente a Cagliari-Pirri. Le sue caratteristiche fisiche non ricordano minimamente quelle sarde, ma lui sardo lo è soprattutto nel cuore. Avendo girato tanto, ha sempre sentito il desiderio di tornare nella sua terra, di risentire l’odore del mare, di apprezzare i nostri scrittori.

“Adoro Grazia Deledda e la scopro ogni giorno” – mi ha detto.

Roberto, quale è stato il primo ricordo che ti lega alla danza?

Probabilmente dentro il grembo di mia mamma. Con nitidezza però ho sicuramente molto vivo il ricordo della visita che feci alla scuola di danza del Teatro alla Scala di  Milano. Andai con mia zia che era pianista proprio lì,  e  rimasi incantato a guardare i bambini che provavano, avevo 5 anni.

L’insegnante vide il mio interesse e subito mi domandò se avessi desiderio di provare. Il giorno dopo ci sarebbero stati i provini  per formare le nuove classi .

Fui ammesso e da quel giorno entrai nella scuola di ballo del teatro più famoso del mondo.

Ma lo studio comprendeva anche quello delle scuole elementari e medie?

L’accademia della Scala comprendeva tutto. All’epoca gli allievi erano come in collegio, vivevano all’interno della scuola  fino ai 16 anni ed io ebbi anche la fortuna  di vincere una borsa di studio che mi  permise pure una certa tranquillità economica. Ebbi la fortuna di lavorare da subito in palcoscenico e il mio primo ruolo fu quello di uno dei moretti nell’Aida. Più avanti ho avuto anche la fortuna di interpretare parti da protagonista e spessissimo parti da Principe.

Il rigore della scuola di danza classica ti permetteva di poter vedere anche aldilà dell’ambiente teatrale ?

Beh, diciamo che ero io ad avere il desiderio di conoscere e provare nuove esperienze come quella televisiva.Pronto raffaella rai uno anno 1977

Seppi che Raffaella Carrà cercava ballerini per il suo spettacolo “Pronto Raffaella?”. Io avrei voluto fare un provino ma sapevo che la mia insegnante non lo avrebbe permesso. Decisi quindi di farlo di nascosto, scappando dalla scuola ma consapevole comunque che a breve mi sarei diplomato. Dopo poco tempo seppi di essere stato preso. Per me fu una gioia immensa , conobbi un mondo totalmente diverso da quello che avevo conosciuto fino ad allora. Ho registrato in 3 mesi tutte le puntate che sarebbero andate in onda durante l’inverno. Fu determinante l’incontro con Enzo Paolo Turchi (allora primo ballerino della Carrà) il quale apprezzò subito la mia impostazione classica in quanto anche lui proveniva dalla scuola del San Carlo di Napoli.

Ma poi con la danza classica e la scuola della Scala come andò a finire?

Alla fine delle registrazioni partii per il Bolshoi di Mosca, dove conobbi Rudolf Nureiev e poi a Parigi la grande Margot Fonteyn .

Quanto studio e quanta costanza e soprattutto che fortuna hai avuto ad incontrare e lavorare con questi miti!

Si, devo dire che ogni treno che passava lo prendevo sempre al volo.

Diciamo che anche il tuo talento e la tua passione sono stati determinanti.

Di questo devo ringraziare soprattutto mio padre (Natalino Magnabosco famoso imprenditore nel settore dei mobili) che fin da bambino, notando la mia predisposizione artistica, mi incoraggiò in questa scelta professionale.

Ma i grandi incontri continuano. Mudra. Roberto Magnabosco nella Compagnia di Bejart

Si ho avuto la fortuna di studiare e lavorare anche con Carla Fracci: una grande professionista che anche se apparentemente glaciale, sul palcoscenico si trasformava; e poi ancora con Maurice Bejart (scomparso recentemente)

Qualche volta ti coglieva il mal di Sardegna?

Si ogni tanto avevo la necessità di rivedere la mia terra. In uno di questi periodi di rientro, negli anni 80, cominciavano le prime trasmissioni in diretta di  Videolina. Ebbe un grande successo la trasmissione  “Vivere ” condotta da Riccardo Coco. Bejart Roberto Magnabosco.

Io fui invitato a prendervi parte come ospite. La trasmissione ebbe un grande successo locale e mi diede molta popolarità. In quell’occasione conobbi Minnie Minoprio che mi volle poi con se per diversi spettacoli.

Minnie Minoprio Show sadamore anno 1977Durante le tue pause cagliaritane quale scuola ti ospitava per mantenerti in esercizio?

Fui ospite della scuola di Assunta Pittaluga con la quale nacque subito un bellissimo rapporto professionale e di amicizia che dura ancora oggi. Nonostante nel mio cammino avessi incontrato i più grandi artisti della danza, vedevo in lei il riassunto di tutti loro. Assunta è davvero una grande professionista!

Aprii poi la mia prima scuola di ballo “Arabesque” a Pirri-Cagliari ,dietro il suggerimento e l’aiuto di mio padre. La danza si sa, ha un limite legato all’età e lui mise in evidenza che bisognava pensare anche al futuro.

bucceriAl mio fianco ci fu da subito Benedetta Bucceri, prima compagna di vita e poi professionale che mi fece anche da manager. Questo legame, nonostante il tempo che passa, non si è mai spezzato. Un ottima collaborazione e intesa artistica ha fatto si che la scuola Arabesque  mantenga sempre   un buon livello.

Ho avuto modo di assistere ai saggi di questa scuola e devo dire che ho ammirato le piccole allieve che, sul palco oltre che esibirsi con professionalità, riuscivano anche a divertirsi.

Si, indubbiamente, i tempi sono cambiati , quel rigore che ho conosciuto io alla Scala non esiste più anche se in qualche occasione una certa severità non dovrebbe mai mancare.

Ma poi hai ripreso i tuoi viaggi?

Si, ho lavorato con Renato Zero e il suo carrozzone, ho fatto ancora televisione, questa volta ospite di Canale 5. Ho lavorato con  Maurizio Costanzo nel suo programma Buona Domenica, e sempre in ambito televisivo, ultimamente, sono stato ospite in qualità di giudice nella fortunata trasmissione di Claudia Tronci Di che danza 6 con la quale abbiamo registrato poi lo spot per la prossima edizione.

Io però ti ho conosciuto nel mio ambiente, quello del Teatro Lirico.Cenacolo Fracci

Si, questo è un altro capitolo della mia vita. Ho lavorato come ballerino e coreografo in diverse produzioni nelle stagioni liriche cagliaritane (tra le tante una Boheme con Boccelli el’ultima , negli anni novanta con la  Vedova Allegra) e sassaresi. A Sassari ho avuto la grande fortuna di lavorare con Giusy Devinu nella Lucia di Lammermoor; che emozione il giorno che mi si avvicinò e mi chiese di parlargli di me!

Ho quel ricordo vivo e commovente, lei che conosceva il mio nome!  Sto lavorando ad un progetto su di lei e naturalmente al tuo progetto per “Un parco per Giusy“. Sarebbe bellissimo poter dedicare questo parco  al grande soprano cagliaritano.

E’ infatti in questo Parco della Musica che io e Roberto abbiamo passato due ore a chiacchierare senza renderci conto del tempo che scorreva.

Grazie Roberto, un grande onore averti avuto come ospite nel mio blog per festeggiare insieme i primi 5 anni di Musicamore con  un milione di visite.

roberto magnabosco alessandra atzori

2 Responses

  1. Complimenti ho letto l’intervista tutta in un soffio, non conoscevo la vita professionale di Roberto, ne ha fatta di strada, davvero bravo e volenteroso. E infatti ora si vedono i frutti di un lavoro costruito con amore nel tempo. Grazie, buona giornata 🙂

  2. RALLEGRAMENTI SIBCERI OTTO PER QUESTA STARORDINARIA INTERVISTA. FACCIAMO IN MODO TUTTI ASSIEME DI CONTRIBUIRE AL PROGETTO PRO GIUSY CHE ROBERTO INTENDE REALIZZARE. E’ MOLTO IMPORTANTE UNIRE LE FORZE.

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