Questo personaggio nasce dalla penna di Miguel Cervantes .

Don Chisciotte è un gentiluomo di campagna, che rappresenta quella nobiltà decaduta  della Spagna del ‘500, che viveva un momento economico debole (un po’ come   l’Italia di oggi).

Proprio per evadere dalla monotonia d’una vita mortificante, dapprima si rifugia nella lettura dei romanzi cavallereschi e poi, condizionato da queste storie , decide di emulare le gesta degli antichi cavalieri. E così riprende in mano l’antica e rovinata armatura riadattandola, assume il nome di Don Chisciotte della Mancia, si fa armare Cavaliere della Triste Figura da un volgare oste, nei suoi pensieri c’è una dama che non è altro che una rozza contadina e, cavalcando in groppa ad un misero ronzino, battezzato Ronzinante, intraprende la vita errante.
Con l’dea di voler salvare le vittime delle ingiustizie e proteggere gli oppressi, va incontro ad una serie d’avventure dalle quali, puntualmente, uscirà sconfitto. Ed è Sancio Panza , il servitore, che nel romanzo si pone come elemento di concretezza, che riesce ad equilibrare e a contenere la fantasia troppo sciolta del cavaliere riconducendolo alla realtà.

Don Chisciotte, infatti, vive in un suo mondo ideale di sogno, di illusioni, dal quale non si distacca, come del resto non si distaccarono nella realtà tutti coloro che, quando la cavalleria ed il sentimento cavalleresco volsero al tramonto, volendone rivivere gli ideali si trovarono fuori del loro tempo e furono considerati folli.
Sancio, invece , aderisce alla vita quotidiana, è un istintivo che sente la necessità materiale, è la realtà che si contrappone al sogno, un insieme d’astuzia, buon senso e concretezza. Contadino rozzo e goffo, ignorante ma non sciocco, è tuttavia capace di buon senso e ragion pratica che gli impediscono di concepire il sogno.
E’ proprio dal contrasto tra i due personaggi che scaturisce la fisofia d
loel romanzo ed anche la sua comicità. Il personaggio di Don Chisciotte resta, tuttavia, quello predominante: sognatore , ricco di umanità, falsamente comico, in realtà drammatico. Costretto dalla vita a condurre un’esistenza meschina ed angusta, in una società priva di valori morali, cerca riparo nell’ideale, nel sogno, per far rivivere un suo mondo scomparso, ove prevalgano senso dell’onore ed eroismo, tuttavia il suo rapporto con la realtà permane ambiguo : da un lato sente il bisogno di certezze, necessita di regole di comportamento, di punti di riferimento (le regole della cavalleria), dall’altro il bisogno di evadere, uscendo dalla realtà , mutandola in sogno.
E da questo sogno Don Chisciotte si risveglierà, ritrovando la ragione, curiosamente, solo nel momento della morte: Visse pazzo e morì savio.

Flaubert scrisse: Quello che v’è di prodigioso nel “Don Chisciotte” è la continua fusione dell’illusione e della realtà, che fa di questo un libro a metà fra il comico e il poetico.

Sono tante le trasposizioni teatrali di questo personaggio e nel mondo dell’Opera lirica è Jules Massenet a dedicargli la sua musica. Nella imminente Stagione lirica del Teatro di Cagliari, il Don Chisciotte sarà l’opera d’apertura.

6 Responses

  1. grazie del passaggio da me,io leggo sempre ma non commento perchè i post sono tutti interessanti e sarei ripetitiva,leggo anche su fesbook quelli di 80enne sprint,sono sempre belle le poesie e bellissimo il modo che ha di descrivere tutto ciò che vive,è veramente stupenda un saluto a tutte e due Ida

  2. hai descritto benissimo la vita di Don Chisciotte. Sai ho letto la vita di questo pazzo cavalire in tanti siti web, ma nessuno e dico nessuno lo ha saputo scrivere in questo modo: così dettagliatamente, così perfattamente e così intelligentemente. Brav, brava, brava

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