Leggi la prima parte

Ale, non ci crederai, ma questa mattina in sartoria si è presentato colui che interpreterà il personaggio di Otello. Ha ricevuto ordine dal sovrintendente di ricoprire il ruolo ed è perciò che gli abbiamo preso le misure per realizzare il suo costume di scena. “

– “Ma chi è? Perchè me lo dici con questo tono sorpreso?”

Non volevo credere a quello che Otty mi stava raccontando. Il sovrintendente aveva chiamato il primo violino , il maestro Giamelis (quello che sostiuitò io questa sera alla prima prova col direttore) facendogli una proposta simile alla mia, più o meno in questi termini:

– “Maestro, lei è un validissimo musicista, raffinato e diligente, un ottimo acquisto per la nostra orchestra, ma siccome ha anche tante altre qualità vorrei chiederle il favore di metterle a disposizione. Vogliamo rilanciare questa macchina culturale, il nostro Teatro Lirico,  ma lo possiamo fare solo sfruttando al massimo tutte le nostre  risorse. So che lei se la cava bene anche nella recitazione e sono convinto anche nel canto. Per di più ha anche le fisique di role per interpretare bene la parte di Otello. Le propongo, con un cachet adeguato,di accettare questo ruolo. Abbiamo bisogno di persone come lei per partire alla grande con la nuova Stagione lirica 2013.”

Il maesto Giamelis, a quanto mi ha raccontato la collega Otty, era scioccato dalla proposta. Anche lui, come me, ha tentato di far capire al dirigente, che ognuno deve svolgere la mansione per i quali ha acquisito i titoli  come li studi al Conservatorio, le masterclass, i concorsi e i concerti in giro per il mondo. E’ praticamente impossibile svegliarsi un giorno e cambiare totalmente mestiere. “E’ impossibileee!!!” gli ha gridato guardandolo negli occhi. Lui naturalmente ha sollevato la voce invitandolo all’obbedienza e ad accomodarsi fuori dalla porta.

-“E si ricordi che deve passare in sartoria a farsi prendere le misure per l’abito di scena!!” Sono state le ultime parole che ha inteso mentre si sbatteva la porta alle spalle.

Ma Otty aveva ancora da dirmi qualche cosa

Sai Ale, il bello non te l’ho ancora detto. Il sovrintendente mi ha proposto, anzi , imposto la parte di Desdemona. Se non avessi sentito la tua storia e quella del maestro Giamelis, mi sarei sentita veramente una mosca bianca, e invece a questo punto nulla mi sembra veramente così assurdo. Cosa farò una volta sul palcoscenico? Detto fra noi è sempre stato il mio sogno poter almeno per una volta essere al posto delle tante dive che ho avuto modo di conoscere e servire. Ma per il resto? Non so cantare neppure Fra Martino campanaro!”

Abbiamo cominciato a ridere senza controllo, le lacrime scendevano copiose e non si capiva se per la risata o per la disperazione.

Le ho detto che in fondo nessuno di noi aveva colpe.Tutti  siamo seri professionisti, ma di altre mansioni e mai ci saremmo permessi di presentarci senza conoscere e saper fare il nostro mestiere se qualcuno dall’alto non ce lo avesse imposto!

C’è invece chi ricopre ruoli senza titoli e senza vergogna, ma è vero anche che prima o poi tutti i nodi verranno al pettine e si dovranno fare i conti  con la giustizia  terrena e anche divina.

Chiusa la telefonata ho ricominciato a pensare alla prova della sera  in orchestra , quella della lettura dello spartito di Otello, col direttore.

L’ora è arrivata. Poco prima di entrare in Teatro, mi colpisce il manifesto dell’Otello. Ma come, era già pronto? E’ incredibile che la dirigenza avesse dato per scontato che tutti avrebbero accettato i ruoli. Strano manifesto però. Erano scritti solo i nomi dei due artisti principali senza gli altri: i comprimari, lo staff, il direttore e il regista. Forse ha deciso di mandare in scena un Otello ridotto, per risparmiare sugli straordinari. Mah!

Mentre timbro il cartellino tengo  gli occhi bassi, mi vergogno troppo di quello che sto andando a fare, e così fino al momento in cui raggiungo la sedia  nel golfo mistico, quella di Giamelis sotto il direttore d’orchestra, mi vergogno troppo! Apro lentamente la custodia e comincio ad accordare il mio strumento. Ha un odore particolare. Sono contenta di averlo ripreso. Per qualche istante mi sono isolata ed ho goduto di un piacere che non provavo da quasi vent’anni. Poi ho pensato a chi poteva essere il direttore.

Nel frattempo intorno a me i colleghi  prendono posto. Sento saluti, risatine, chicchiericcio ridanciano ma io non oso ancora sollevare lo sguardo . Che strano, le voci che sento sono molto familiari, mi sembra di essere in sala coro. Ad un certo punto qualcuno mi dà una pacca sulla spalla, ” Ciao Ale, sei pronta?”

Sollevo gli occhi e chi ti vedo?

“Non ci posso credere!!

Fine seconda parte (leggi qui il seguito)

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