Ormai manca poco alla prima della nuova edizione dell’opera “I Shardana” di Ennio Porrino, che verrà rappresentata al Teatro Lirico di Cagliari.  (Nella foto un momento delle prove al Lirico magistralmente ritratto dal fotografo Priamo Tolu- I costumi sono di Marco Nateri)

 Un anno dopo la scomparsa del compositore cagliaritano, in uno scritto che approfondiva i legami tra Ennio Porrino e la Sardegna, l’illustre musicologo tedesco Felix Karlinger scriveva che «[…] l’opera di Porrino, eccellente quant’altra mai nell’ambito della produzione musicale italiana d’oggi, costituisce come un ponte ideale tra la musica popolare della sua terra e le tendenze ed esigenze dell’arte musicale moderna, tra un glorioso passato e il presente. E anche se primo comandamento di un musicologo è quello di evitare i superlativi, è ben vero che dopo Puccini nessun musicista ha dato alla musica italiana tanto quanto Porrino. Con ciò non si vogliono sminuire i meriti, indiscutibili, dei molto insigni maestri italiani contemporanei; soltanto, si intende sottolineare l’importante funzione del maestro sardo quale intermediario fra tradizione e progresso, fra patria e mondo» (F. Karlinger, Ennio Porrino e la Sardegna, Cagliari 1960, p. 3).

Karlinger si recò alla prima del San Carlo e Porrino lo ringraziò di questo gesto in una lettera da Roma del 26 giugno 1959: «Sono io che debbo ringraziarLa della Sua amicizia e stima e di essere venuto sino a Napoli per assistere alla prima della mia opera I Shardana facendo un viaggio tanto lungo. Come Lei ben comprende, la vita di un artista è sempre dura e difficile e carica di battaglie. Essere seguito da un uomo colto e appassionato come Lei è un grande conforto che ricompensa di tante lotte. Il Suo giudizio sulla mia opera mi lusinga e mi auguro davvero anch’io che un giorno I Shardana venga rappresentata anche in Germania». Lo stesso musicologo tedesco, nelle sue lettere inviate dapprima a Porrino e in seguito alla moglie Màlgari fino al 1994, testimonia in modo commovente il suo immenso, a volte vibrante amore non solo nei confronti de I Shardana ma dell’intera produzione artistica porriniana. Scorrendo l’epistolario intercorso tra Karlinger e Màlgari Onnis Porrino, consorte del compositore sardo, l’opera lirica I Shardana ricorre innumerevoli volte, già da quando Porrino era ancora in vita, addirittura commovente è l’impegno costante affinché le opere porriniane venissero conosciute anche in Germania.

Dopo la morte di Porrino, Karlinger riceve dalla moglie del compositore un nastro con la registrazione integrale dell’opera: «[…] stamattina ho ricevuto il nastro con I Shardana. Lei non si può immaginare quanto mi sento felice di avere questa bellissima musica! Ero pronto per uscire, quando è arrivato il pacchettino col nastro. Mi sono subito svestito del cappotto, ho portato l’apparecchio magnetofonico per suonare il nastro. E – non mi vergogno di dire – sotto lacrime ho sentito la prima parte dell’opera. Mi sono ricordato dei felici momenti a Napoli, quando eravamo tutti in gioia e felicità. Questa sera subito quando sarò ritornato a casa vorrei sentire tutta l’opera» (Monaco, 31 gennaio 1961). Lo stesso anno, incredulo, esprime la sua profonda tristezza per le difficoltà di una nuova rappresentazione de I Shardana in Italia: «Ma non posso capire che la bellissima opera lirica I Shardana non può trovare l’interesse di un teatro italiano» (Monaco, 13 agosto 1961).

Alcuni mesi più tardi la comunicazione di aver iniziato corsi universitari sulla musica porriniana che verranno riproposti annualmente fino al suo pensionamento universitario: «Io al momento non posso fare quasi nulla. Nell’università tecnica (in una serie di conferenze sulla musica teatrale moderna) parlerò il 17 gennaio su Gli Orazi e L’Organo di Bambù, e il 24 gennaio su I Shardana» (Monaco, 26 dicembre 1961). Karlinger incomincia addirittura a vagheggiare una possibile traduzione del testo de I Shardana in tedesco: «Una traduzione de I Shardana sarebbe più difficile, perché il libretto è più poetico di quello de L’Organo di Bambù» (Monaco, 24 marzo 1962). E ancora la speranza di una incisione su disco: «Cosa fanno i dischi? Aspettiamo con tanta ansietà e desiderio! E per I Shardana non c’è speranza di poter vederla di nuovo rappresentata nel teatro?» (Monaco, 20 settembre 1962). (fine prima parte)

Stralcio
dalla prefazione di Giuanne Masala, in: Ennio Porrino, I Shardana – Gli uomini dei nuraghi: dramma musicale in 3 atti,
Stoccarda 2009 (www.sardinnia.it), volume contenente il libretto d’opera
in tre atti a firma dell’autore, nonché le critiche all’indomani della rappresentazione
al Teatro San Carlo di Napoli (1959) e al Teatro Massimo di Cagliari (1960).
Fotografie inedite di scena della «prima», i bozzetti di Màlgari Onnis Porrino,
una prefazione di G. Masala, un articolo di F. Karlinger sulla sardità
dell’arte porriniana, un’intervista al compositore, la lettera-testamento di
Porrino e altri materiali inediti rievocano una delle giornate più memorabili
della storia dell’opera lirica contemporanea.

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