Tra le tanti arti che mi affascinano c’è  sicuramente quella che riguarda il cibo ed in particolare la fantasia nelle sue trasformazioni.
I nostri avi erano molto bravi in questo, in quanto non esistendo i frigoriferi si dovevano ingegnare  su come far durare a lungo i cibi e i frutti di stagione. Ad esempio: quando si raccoglieva la frutta, la si trasformava in marmellata, in frutta candita, la si faceva seccare e disidratare o la si conservava sotto spirito o  sciroppata.  Queste tecniche non sono del tutto scomparse. Ci sono ancora tante aziende che continuano a mantenere vive le tradizioni.
In questo periodo ho fatto una bella scoperta: un frutto di cui non conoscevo assolutamente nulla, né la sua origine,né la sua pianta e tanto meno la sua provenienza. L’unica cosa che sapevo è che era buono come gusto di gelato. Questo è il pistacchio.

Pensavo fosse una frutta secca esotica importata dal sud America e invece ho scoperto che in Sicilia ed in particolare a Bronte (paese della provincia di Catania)  la coltivazione e la produzione di pistacchio rappresenta  un importante fonte di reddito, tanto da essere soprannominato l’“Oro Verde“, per il suo alto valore commerciale .
 Il 9 giugno del 2009 l’Unione europea pubblica il disciplinare che conferisce al pistacchio verde di Bronte la Denominazione di origine protetta DOP.
In questo periodo natalizio, sono stata attratta soprattutto dal Panettone ripieno di crema di pistacchio. Una novità deliziosa che non vedo l’ora di provare. La fantasia nel trasformare questo frutto è molto varia. Viene utilizzata sia per i dolci che per i piatti salati.Quello che già tutti conosciamo è sicuramente il gelato,ma si trova anche il croccantino, il torrone, il pesto, il tritato, la granella, la torta e tanto altro ancora.

Chi volesse approfondire può trovare più notizie nel sito http://www.sciarapistacchio.com/

Comunque anche in Sardegnachi volesse può acquistare qualche pianta al seguente indirizzo

FERTIMON SRL
S.S. 131 KM 17.450
09032 MONASTIR CA
TEL . 070/9178500

One response

  1. Già, tutto corretto, aggiungerei soltanto che il frutto del mio paese (Bronte) non ha assolutamente niente in comune col pistacchio salato che si trova facilmente nei supermercati (quello, invece, proviene dall’Iran, dalla Grecia, dalla Turchia o qualche altra zona mediorientale) ad un prezzo immotivatamente altissimo.
    Da produttore, aggiungerei che "il suo alto valore commerciale", come scritto nel post, è appena remunerativo a coprire le spese di produzione, coltivazione e raccolta, considerato che la Nostra zona non è lavorabile meccanicamente, TUTTO VIENE FATTO A MANO, senza il minimo ausilio di macchinari vari (molto utili, o meglio, assolutamente indispensabili, nelle lavorazioni post-raccolta); scrivo questo poiché molta gente è erroneamente convinta che noi coltivatori siamo tutti miliardari….. concetto straordinariamente lontano dalla realtà!
    Cordialmente, un Brontese grato.

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