Oggi vorrei  parlarvi di una nuova figura professionale, un mestiere “invisibile” ma di grande importanza, un lavoro non codificabile che racchiude in se diverse competenze,  grande senso pratico, tecnico e organizzativo.
 Carola Ciani   lavora al Teatro Lirico da quasi  18 anni nell’ufficio degli Allestimenti  scenici , il reparto da cui  ha inizio  tutta la macchina tecnico organizzativa per l’ allestimento di uno spettacolo.
Carola , ci racconti in cosa consiste il tuo lavoro?
Il mio lavoro riveste sia competenze amministrative che tecniche. Vado alla ricerca della risoluzione di tutti quei problemi che si presentano nella fase antecedente la messa in scena di un’Opera. Le criticità  vanno sviscerate e risolte lavorando per obiettivi e in sinergia con i reparti tecnici perchè è insieme che si trovano le soluzioni da mettere in pratica per poi impartirle ai settori di competenza. Tutto questo con grande passione e sinergia di ogni singolo lavoratore, consci di essere una squadra che trova il  suo obiettivo comune nella buona riuscita dello spettacolo.
Ci racconti nel dettaglio le fasi del tuo lavoro?
Nel mio ufficio si coordina e si da supporto amministrativo e tecnico a tutti i reparti che ruotano intorno al palcoscenico : sartoria, calzoleria, trucco e parrucche, che da sempre sono i tre reparti di cui mi sono prevalentemente occupata. Quest’anno mi sono trovata sola, senza un Direttore degli Allestimenti , grande guida per tutti noi, quindi ho cercato di dare il massimo supporto e collaborazione, anche a tutti quei reparti.
Immagino quindi che il lavoro sia più impegnativo del solito
Si, esatto. Questo non è un mestiere per cui puoi soffermarti a rimpiangere  situazioni mutate, perchè cambiano e cambieranno, ce ne sono e ce ne saranno sempre. In ogni caso il nostro attuale sovrintendente è ad interim il direttore degli allestimenti, un punto fermo  al quale fare riferimento .
Come inizia il percorso di un allestimento?
Ti faccio subito un esempio.
Una volta programmata un’opera di nuovo allestimento, lo scenografo e il costumista scritturati presentano il loro progetto attraverso delle immagini, disegni, bozzetti e figurini.  Solitamente si indice una riunione con tutti i capi reparto dei settori coinvolti e, dopo una serie di domande per definire concretamente il tutto, si riflette come costruire e soprattutto la tipologia dei materiali da usare. Si devono poi scegliere i colori e considerare tutti i dettagli che consentono ai laboratori di realizzare le scenografie, gli elementi di scena,  gli oggetti d’arredo.
Per i costumi poi si campionando i tessuti, si realizzano delle prove di laboratorio e i cartamodelli  per poi dare vita alla “produzione “ . Da tenere presente che per tutto c’è la ricerca storica ; riguardo le parrucche si acconciano e si realizzano in teatro, le calzature generalmente vengono noleggiate. Quando è stato possibile , anche queste sono state realizzate nei nostri laboratori.
I nostri  reparti sono composti da personale altamente qualificato che riesce a realizzare tutto fedelmente a ciò che vogliono scenografo e costumista.
Il mio compito è quello di supportare questi  reparti e insieme, pensare a come mettere in pratica tutte queste idee. Campionature e prototipi sono fondamentali prima di iniziare a costruire,cucire,dare forma e corpo a qualsivoglia elemento.
Chi sono i primi a mettersi in moto?
La partenza avviene proprio nel mio Ufficio;qui si prendono le decisioni, s’inizia la fase della ricerca di materiali, si mette in moto la macchina.  Ogni reparto ha il suo da fare. Gli attrezzisti, gli scenografi e i falegnami per esempio, sono i prima ad iniziare, ed hanno quindi una gran mole di lavoro:  trasformare un disegno in realtà è un impegno di grande  competenza e agli addetti del nostro teatro non manca certo questo.
Questo riguarda anche i tecnici delle luci e i fonici?
Certamente. Anche questi sonoreparti con tecnici di grande professionalità. Gli elettricisti di scena, ad esempio, avvalendosi della collaborazione del light designer, su un progetto luci, devono installare i proiettori e quant’altro necessita per dare luce, ombre  e colore allo spettacolo. I fonici, ugualmente, sono fondamentali per la buona riuscita dell’audio in sala e dietro le quinte, questi due settori meriterebbero un discorso a parte.
Poi naturalmente ci sarà l’acquisto dei materiali. Immagino che si debba stare attenti a non superare il badget.
Certamente! Per questo motivo nella  ricerca si devono valutare diverse proposte,  affinchè si possa trovare il prezzo migliore a pari qualità.
Come comincia questa ricerca?
Quando il capo di un reparto ha fatto una lista dei materiali e la quantità da acquistare,  comincio a fare le ricerche delle ditte o aziende da contattare. Non sempre, ovviamente, si trovano i materiali richiesti e a volte anche i costi sono più alti del previsto . Ecco che comincia il mio lavoro di persuasione  intavolando una trattativa che soddisfi entrambe le parti.
Le ditte contattate sono sempre sarde oppure c’è bisogno di cercare anche oltremare?
Le prime ricerche vengono effettuate prima di tutto nel nostro territorio, ma a seconda della tipologia del materiale da cercare, accade che si debba acquistare oltre mare, nella penisola o all’estero. Questo significa che i tempi potrebbero allungarsi a causa delle spedizioni e dei trasporti.
Immagino quindi l’ansia che si possa avere nel seguire i percorsi delle spedizioni
Non è ansia ma tempismo nella risoluzione delle criticità.  E’ mio compito far si che tutto arrivi in sede per tempo, snellendo per quanto è possibile gli intoppi amministrativi e burocratici che possono presentarsi. Si lavora in questo momento in concerto con il reparto amministrativo.
Ma come hai imparato questo lavoro? Hai un titolo specifico?
Per anni ho lavorato come agente pubblicitario in una TV locale dove le tecniche di comunicazione vengono al primo posto; vendere pubblicità infatti,  non è come vendere beni materiali.  Questa esperienza mi ha fatto acquisire la capacità intavolare le trattative con i fornitori, cercando sempre di curare l’interesse dell’azienda per la quale lavoro.
Ma tu hai sempre avuto una passione per l’arte o per il teatro in generale? Prima di intraprendere questo lavoro quale è stato il tuo percorso di studi? 
Il mio sogno da bambina era quello di diventare una stilista, amavo disegnare vestiti. Dopo il diploma conseguito al liceo artistico della mia città, i miei genitori mi hanno dato la possibilità di potermi trasferire a Milano per poter frequentare l’Accademia delle Belle Arti di Brera  dove ho conseguito il  Diploma di Scenografa e Costumista. In seguito ho frequentato vari corsi fra cui uno di regia, di recitazione, ma anche di ideazione e creazione di spot pubblicitari.  La passione per  l’ ideazione di testi pubblicitari, inserimenti musiche, immagini, fanno parte del mio bagaglio di esperienza. Ho  nozioni di marketing, avendo effettuato un master. Ho partecipato in prima persona ad allestimenti di mostre, ho esposto costumi, ho realizzato oggetti . Insomma la creatività e il marketing hanno sempre convissuto e convivono dentro di me.
Certamente avevi tutte le carte in regola per poter ricoprire questo ruolo. Ma come sei entrata al teatro Lirico?
Nel 1998 ho inviato il mio curriculum al Teatro lirico di Cagliari, come in altri Teatri fino al giorno in cui  ho ricevuto una telefonata che mi invitava ad un colloquio. In quel periodo era appena giunto il direttore degli allestimenti scenici che cercava giovani provenienti da studi Accademici ed io, forse, arrivavo nel momento giusto al posto giusto. Non immaginavo minimamente che ci sarebbe stato un seguito.
Quale è stato il tuo primo incarico?
Inizialmente non rientravo fra coloro ai quali era stato dato un progetto da realizzare. Come  tanti , ho svolto per il primo anno,  un tirocinio gratuito che mi ha consentito di  capire il funzionamento della macchina Teatro , ma  il mio compito principale era quello di mettere ordine in un Ufficio che stava nascendo. In seguito  ho assunto il ruolo di segretaria \ assistente degli Allestimenti scenici .
Grande responsabilità e lavoro a tempo pieno.  Ma tu hai anche una famiglia, come hai conciliato?
Come tutte le mamme lavoratrici non è facile.  Ho una famiglia e 4 figli che naturalmente vengono prima di ogni altra cosa.  Certamente amo il mio lavoro, ma per i miei figli, quando è stato necessario, ho  rallentato i miei ritmi prendendo aspettative e tempo.   Sono felice di aver dato la preminenza a loro e non mi sono mai pentita di aver  perso qualche treno.
Quali caratteristiche personali  deve avere una figura come la tua ?
Per quanto mi riguarda  la comunicazione è alla base, insieme al rispetto e all’umiltà, mentre la passione ne è il motore,  la differenza poi la fa il lavoro di squadra.

 

 

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