Qualche giorno fa , chiacchierando con amici mi si domandava quale fosse esattamente il lavoro di un direttore d’orchestra.

Muovere le mani a tempo è una cosa facile“- dicevano – “secondo me lo può fare chiunque abbia ritmo”.

Questa osservazione rispecchia il pensiero di tanti che, vedendo un direttore dirigere, pensano che il suo sia solo un movimento ritmico delle braccia.

Dovete sapere che dietro quel movimento ritmico c’è un lavoro di cesello che inizia con la lettura delle note.

Quando in teatro arriva un direttore d’orchestra  per dirigere, ad esempio, un concerto di Beethoven, la prima cosa che fa è quella di leggere tutte le note dello spartito con ogni singola sezione dell’orchestra:  i violini,  i violoncelli, i contrabbassi, fiati , le percussioni e via discorrendo.

Quando ogni singolo strumento ha letto la propria parte, il direttore assembla il tutto  e, proprio come in un quadro, lui cercherà di far emergere dall’insieme sfumature e colori.  Uno spartito è composto da migliaia di segni che non sono solo note o pause, ma anche pianissimi, crescendi, cambi di ritmo, fortissimi ecc. ecc. tutto ciò che il compositore ha voluto quando ha composto il brano

L’esecutore, ovvero il direttore d’orchestra, attraverso il suo talento, dovrà riuscire a leggere al meglio questi segni che il compositore  ha lasciato, così da poter trasmettere al pubblico tutte le sue emozioni.

 

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