Uno degli appuntamenti più attesi di questa estate è CANNE AL VENTO, paesaggi sonori, una nuova produzione del Crogiuolo liberamente ispirata al romanzo di Grazia Deledda, pensata appositamente per i 10 anni del Nurarcheofestival, con protagonista Caterina Murino, voce recitante, testo e regia di Rita Atzeri, in scena lunedì 13 agosto, alle 22, al Menhir Museum – il Museo della statuaria preistorica in Sardegna – di Laconi (alle 21.30 si terrà la visita guidata al Museo).

La Murino sarà accompagnata dalle musiche originali di Franziscu Medda – Arrogalla e dal coro composto dalla stessa Atzeri, Gisella Vacca, Alessandra Leo, Manuela Ragusa.

“Canne al vento” è il romanzo che valse alla Deledda il Premio Nobel per la letteratura nel 1926. Narra le vicende della famiglia Pintor: padre, madre e le quattro figlie (Ruth, Ester, Noemi e Lia) che abitano in un villaggio sardo, chiamato Galte. Si tratta di una famiglia di origine nobile, dove le donne si dedicano ai lavori domestici e sono costrette a sottostare alla volontà di un padre prepotente, che si preoccupa solo di mantenere il prestigio e la reputazione della sua famiglia agli occhi della comunità isolana. Insieme a loro il fedele servitore Efix, un uomo tormentato dal senso di colpa per un antico delitto. Solo Lia si ribella a questa condizione di mestizia malinconica, trasgredendo le regole imposte dal padre Don Zame, che è descritto come un uomo cupo e violento, paragonato al diavolo.

Lia decide quindi di fuggire dalla Sardegna e approda a Civitavecchia. Don Zame impazzisce per il disonore e tenta invano di inseguirla.
La fragilità umana – gli uomini e le donne sono visti come esseri fragili, piegati come canne al vento – l’amore, l’onore, la povertà, l’amara consapevolezza di un destino già segnato, sono alcuni fra i temi che emergono dalla lettura del testo.

Sullo sfondo il paesaggio sardo, visto come un mondo senza tempo e pervaso da una sorta di mistero.

La Deledda descrive l’amata Sardegna, soffermandosi da una parte sulla staticità delle antiche usanze e rilevandone dall’altra il rapido sviluppo industriale e tecnologico. E si diletta a scrivere sia in lingua italiana che in lingua sarda, utilizzando molto spesso termini dialettali.
Lo spettacolo ha l’impianto dell’oratorio per voce recitante e coro, ed è sospeso fra il tempo passato e quello moderno e contemporaneo. Alla voce narrante di Caterina Murino sono affidati gli estratti del romanzo della scrittrice nuorese premio Nobel, un fermo immagine su una Sardegna di un passato ormai remoto, che giunge a noi, oggi, grazie agli ambienti naturali, che si è riusciti a preservare e mantenere incontaminati. Una Sardegna arcaica, che i moderni viaggiatori ricercano quando sbarcano sulla nostra terra, affiancando spesso a questa immagine anche idee stereotipate sul “sardo” e sulla “sardità”: dal porceddu all’ospitalità ad ogni costo.

Al coro è affidato il compito di raccontare la mutazione paesaggistica e antropologica, che dalla Sardegna dei primi del Novecento ci conduce al duemiladiciotto, attraverso una storia di mancati riconoscimenti e falsi miti, passando attraverso il fallimento di due piani di rinascita, la fede nel nuovo Dio Petrolio, l’impianto dell’industria bellica (basi militari, Rwm di Domusnovas), i problemi dell’occupazione, il sogno di un’isola museo che rilancia la sua ecomomia e vive di turismo, l’emigrazione dei nostri nonni e l’accoglienza dei migranti.

A Franziscu Medda Arrogalla il compito di creare una partitura sonora che riporti al tempo presente la Sardegna arcaica immortalata dalla Deledda, per affiancarla, fonderla, con sonorità contemporanee.
Lo spettacolo del Crogiuolo verrà ospitato stasera al Teatro Romano di Nora, nell’ambito della Notte dei Poeti e proseguirà   l’11 ad Osini, il 12 a Calagonone ed il 13 agosto , ore 22 al Museum Menhir di Laconi, nell’ambito del NurArcheo festival per il cui decennale è nata.

Evento gratuito, ingresso al museo euro 5,00

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