Quando eravamo bambini, solo a sentire la parola iniezione anzi per l’esatezza la “puntura“, ci facevamo addosso dalla paura.
Era veramente un incubo sentire il medico che, con voce mesta ,annunciava:
– “il bambino deve fare le iniezioni”.
In casa nostra scendeva il gelo.
Io e i miei tre fratelli scappavamo a nasconderci perchè non avevamo ben capito a chi toccasse la malasorte.
Infatti il pediatra, quando veniva a casa, veniva sempre per tutti perchè ci ammalavamo contemporaneamente.
Il rito poi cominciava con la telefonata all’infermiere che, allora era tal sig. Fenu, un piccoletto dalla faccia sempre cupa che arrivava con la sua valigetta nera, l’impermeabile beige e tutto l’armamentario.
Tempo fa  le siringhe usa e getta non esistevano e il rito era la bollitura di questa siringa di vetro con un ago grosso e lungo e sicuramente spuntato visto che veniva usato da lui per tutte le iniezioni che faceva a domicilio.
Quando la siringa era pronta, lui cominciava ad inumidire un batuffolo di cotone con l’alcool e quell’odore si propagava in tutti gli angoli della casa, ed è lì cominciava il panico!
Lui non mostrava mai un sorriso ed era proprio sadico nel guardarci. Secondo me godeva di quel momento.
Quando mia mamma chiamava il malcapitato di turno, questo era già scomparso sotto il letto.
Allora fioccavano promesse di regali, dolci, giochi ecc ecc. affichè venisse fuori e si mettesse sul letto nella posizione più adeguata.
Non sto a descrivere le urla e i pianti ma ve li lascio solo immaginare. Mio fratellino urlava contro sig. Fenu di tutto e di più. Lo chiamava farabutto, cattivo  e che il diavolo lo potesse portare all’inferno al più presto.
Tutto questo si ripeteva giorno dopo giorno per almeno una settimana.
La siringa veniva riposta dentro il contenitore in alluminio e a sua volta dentro la valigetta nera.
Con sollievo guardavamo l’uscita di casa del sig,Fenu nella speranza di non rivederlo mai più.
Ci consolava il fatto che dopo ogni iniezione c’erano le coccole di mamma e papà e tutte le promesse venivano rispettate.

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19 Responses

  1. Anche per noi è sempre stata una tragedia! E tutt’ora non è che andiamo d’accordo con gli aghi… Specie io e mio fratello! Ricordo che da bambini veniva una vecchietta a farcele in casa… Quando papà era bimbo era sempre lei che le faceva anche a lui! Beveva come una spugna… Arrivava sempre puzzolente di alcool e barcollante! Non aveva una mano molto delicata, ma in compenso ci faceva sorridere! Poi imparò a farcele papà e ci rassicurava dicendoci che lui ci avrebbe fatto le punture senza usare l’ago. Allora toglieva l’ago e ci mostrava la siringa senza punta. Quando ci sdraiavamo nel letto lui riponeva l’ago, ci faveva la puntura e il tempo di girarci e già l’ago non c’era più! Che tenerezza a ripensarci ora! E la cosa più bella è che quelle punture “senza ago” non ci facevano male!!!

  2. ti trovo sempre in home page…è sempre meritatamente…oh dio mio ho il terrore delle punture…non dell’ago in se…del tipo le analisi del sangue le faccio tranquillamente il mio amore un po’ meno perchè gli da fastidio la vista del mio sangue…mi vede indifesa…pero le punture da piccola eran il mio incubo più grande e ne facevo spesso…quando mi ammalavo il mio dottore subito con le punture e che cavolo!!!!un bacio,miss

  3. ciao e vero quando eravamo piccoli i ns genitori ci consolavano quando i medici ci facevano le iniezioni. Adesso non abbiamo bisogno forse tra un paio di mesi ciao

  4. Dipendeva da chi le faceva: il dottore era bravissimo e faceva sentire solo il piccolo pizzicore della medicina; la suora isterica faceva male e le amiche di mamma che si improvvisavano infermiere…bhè, lasciamo stare..con gli anni abbiamo trovato una bravissima ex infermiera e tutti in casa ci sentiamo più tranquilli 🙂

  5. uhh! quante siringhe bruciate carbonizzate arrostite dimenticate nella bollitura! e la scatoletta era di metallo argentato! e a noi le faceva il babbo per fortuna! e lui se le faceva da sè’! e quante ne ho dovute fare! le allineavo sulle spondine del letto, le boccette, che ero piccolissima! il tuo post mi ha ricordato i film dove la Merlini faceva le punture a domicilio o faceva la levatrice! che tempi! cavolo?! ma sono cosi’ vecchia? ciaoooooooooooooo

  6. Il tuo post ha fatto riafffiorare ricordi che pensavo svaniti o cancellati dalla mia mente.
    Mi sono ricordata nei minimi particolari solo una iniezione ! Vedo mia mamma e mia nonna che mi tenevano ferma una per le gambe e una per le braccia costringendomi a stare sdraiata sul divano rosso e una donna che mi siringava ! Mamma mia ! Che incubo ! Ora le punture sono io a farle agli altri…..ma solo agli adulti ! Mi sono sempre rifiutata di fare qualsiasi azione infermieristica ai bambini ! Ho rifiutato anche il tirocinio in pediatria….sarà forse un caso ?
    Un sorriso ! Ciao ! 🙂

  7. oh mamma miaaaaaa!quante ne ho fatte per via delle tonsille!un medicinale chiamato gamma globulina che bruciava da matti,quindi non solo il terrore dell’iniezione,il dolore della puntura ma anche il mal di chiappetta che si irradiava per tutta la gamba!credo di avre stabilito qualche record mondiale di corsa ad ostacoli per sfuggire a mia mamma che mi inseguiva per casa con la siringa in mano…comunque è dall’età di 10 anni che non me ne faccio più una,a costo di morire ma le punture noooooooo!!!:(

  8. sono felice di leggere tutto ciò, perchè voglio che tutto il mondo sappia che ESISTE UNA VERA FOBIA DELLE SIRINGHE CHE DIVENTA MALATTIA CRONICA. questi dottori mi hanno spaventata così tanto quando avevo 5 anni che ora io non le posso più fare, gli esami del sangue per le operazioni sono un calvario, ho le convulsioni, gli attacchi isterici potentissimi, divento violenta, il cuore quasi scoppia, le vene si chiudono e il prelievo diventa impossibile.
    purtroppo ormai è troppo tardi, se fossero stati conprensivi, avessero speso più tempo da piccola per calmarmi ora non avrei l’angoscia di restare incinta: come potrei fare i controlli per una gravidanza se ho le convulsioni?

  9. Ecco qui un’altra che ha la fobia degli aghi: io!! Ricordo ancora il giorno in cui l’ufficiale sanitario, un omino grasso e pelato sempre sogghignante, mi ha fatto una vaccinazione iniettandomi la sostanza tolta direttamente dal frigo!!! Non vi dico il male del liquido bruciante e gelato che entrava… brrr… ho ancora i brividi! E poi quando devo fare i prelievi del sangue, mi giro dall’altra parte perchè mi fa impressione e mi viene da svenire… e pensare che in famiglia mi volevano medico!!!

  10. Ma io vi supero tutti…
    Alla tenera età di 5 anni per farmi un misero prelievo del sangue mi hanno dovuta mettere su una barella!! A tenermi ferma erano in 5: mia madre teneva ferma la testa, due portantini le gambe (tiravo calci come un mulo…), mia zia infermiera teneva il mio braccio destro, una dottoressa mi cacciava l’ago nel sinistro. Ho fatto ridere tutto l’ospedale.

  11. che brutti ricordi mi tornano in mente. Mia mamma era la caposala dell’ospedale infantile, piano laboratorio analisi… Io ero spesso lì, i bambini si rifiutavano di fare le iniezioni e io dovevo dare il buon esempio (sì, mamma sadica).. se nn mi serviva il prelievo.. apriva una bustina dove c’era una specie di pennino da stilografica molto appuntito, mi prendeva l’indice e me lo pungeva.. come proprio.. strisciava il sangue sui vetrino e me lo lasciava guardare al microscopio…
    risultato? da adulta ho una totale repulsione per gli aghi!

  12. Non ho mai avuto paura dell’ago fortunatamente, anzi sono perfino diventato donatore AVIS! buona domenica e complimenti per il post molto simpatico! 🙂

  13. Molto carino!
    In un vecchio fumetto “Capitan Miki” ambientato nel Far West c’era un personaggio “Doppio Rhum” che diceva: “preferisco affrontare una tribù di guerrieri Siux che farmi una puntura dal dottore”
    Ed aveva più di sessant’anni”
    Marco

  14. Anchio da bambino ne hò fatte molte per via delle tonsille a me le faceva una sorella di mio papà ed era bravissima anche lei usava la siringa che bolliva nell’apposito contenitore.Lei aveva imparato a farle in ospedale dove era stata in tempo di guerra a fare l’infaermiera.Poi ha insegnato anche all’altra mia zia ma non era altrettanto brava.Comunque sono bei ricordi anche se poco piacevoli per noi bambini il momento dell’iniezione era ed è sempre stato un vero tormento.Molto bello il tuo post e moltobelli anche i vari commenti delle altre persone. CIAO CIAO ,LEANDRO

  15. Premetto che ho sempre avuto il terrore delle iniezioni. Cinque anni fa a causa di una bronchite trascurata mi sono beccato due iniezioni di penicillina al giorno, una puntura alla mattina e una puntura alla sera. Da sempre in casa e anche fuori la “buca culi” è mia suocera e così non ho avuto altra scelta. Attualmente ha ottantaquattro anni e da sempre utilizza la siringa di vetro, perché sostiene che ha la sua pesantezza e con un colpetto secco si pianta meglio. Così mi fece la prima puntura alla sera e devo dire che a parte il dolore del liquido non sentii l’ago, perché bisogna dire che ha una “manina santa”.
    Da allora in autunno e in primavera mi fa sempre una curetta di iniezioni di vitamina B12. Quando la vedo arrivare dalla finestra di casa mia e si avvicina al cancello per entrare con in mano la scatoletta di metallo con dentro la siringa di vetro, mi agito un pochino. Poi entra in casa saluta e incomincia il rito della preparazione. Prende la scatola con le fiale e imbeve di alcool denaturato rosa un batuffolo di cotone. Poi inforca gli occhiali e con fare severo apre la scatoletta di metallo, estrae la siringa la prepara, poi se la mette diritta davanti al viso fa’ la cacciata dell’aria e mi dice: Mario, pronta, preparete! Io mi metto in piedi, slacciò la cintura, abbasso pantaloni e mutande e lei scelta la culatta incomincia un lungo ed energico massaggio dall’alto verso il basso e con un colpo secco pianta la siringa e mi fa l’iniezione. Poi finito mi fa un lungo massaggio. Mi ha chiesto se potevo filmarla e così l’ho accontentata. Se qualcuno vuole vedere qualche video della sua maestria, mi scriva in privato.
    stefenellimassimo@gmail.com

  16. Ricordo bene queste siringhe di vetro e le punture, quando facevo la prima media andavo male a scuola e mi portarono dal nuovo medico di famiglia che avevamo cambiato una dottoressa che mi fece una visita accurata e mi trovò deboluccio e mi diisse che avevo bisogno di una bella cura di fiale ricostituenti punture, mi ordinò 40 fiale ricordo che già piagnucolai nel sentire che dovevo fare le punture. Si rivolsero a un’infermiera una certa signora Aurora che faceva le punture a domicilio, acquistate le scatole di fiale, venne la signora la siringa pronta già bollita nel contenitore iniziò la preparazione per farmi l”iniezione ricordo che mi disse di iniziare a prepararmi col sedere scoperto scelse la natica dove passare il batuffolo di cotone imbevuto nel alcol e punge mi fece decisamente male e piansi, il giorno seguente feci i capricci ma giù le mutandine e mi fece la seconda puntura nell’altra natica dolore e pianto, poi nei giorni seguenti la stessa cosa ma la signora non voleva sentire storie quando preparava la siringa dovevo scoprire il sedere e stare pronto con la solita raccomandazione di non fare il muscolo che mi faceva più male. Me le fece tutte e 40 alla fine avevo tutti i segni dei buchini fatti dall’ago. Dopo quella cura me ne capitarono altre anche punture di antibiotico date da quella dottoressa per la tonsillite lei dava con facilità iniezioni, quelle di antibiotico facevano ancora più male e lasciavano le natiche indolenzimento.

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