un gruppo di briganti operante presso i monti di Hanyn e notoriamente feroce, assale Giovanni Soggiu e i suoi accompagnatori e nonostante fossero  consapevoli dell’identità dei pellegrini, ben palese dai biglietti da visita presentati da lui e dalla compagnia e confermata da spiegazioni orali, non esitano a derubarlo di quanto ha e a pretendere 3000 dollari per il suo riscatto. Non contenti di ciò lo  colpiscono a morte con ripetute lanciate decapitandolo.

Insieme a lui vengono uccisi anche il domestico cristiano e il portatore catecumeno.      

La notizia del tragico evento gunge il 20 novembre a Roma e immediatamente si diffonde in tutta Italia  e in tutto l’Ordine dei frati Minori Conventuali, ovunque nel mondo essi hanno conventi. Da notizie più precise sulla morte di Mons. Giovanni Soggiu, giunte dai missionari di Hingan, appare chiaro che egli  abbia affrontato la morte per testimoniare l’assoluta     fedeltà al mandato apostolico missionario dimostrata con eroico zelo.

 Ieri era l’anniversario della morte di questo martire sardo: Mons. Giovanni Soggiu.

Nasce nel 1883 in Sardegna da genitori esemplarmente cristiani, e fin dalla fanciullezza si sente attratto da sentimenti di bontà e di religiosità.

Se ne rende sempre più consapevole negli anni dei suoi studi superiori proseguiti fino al conseguimento della laurea in legge, rivelandosi studente esemplare per la sua integrità morale e spirituale. 

 Nel 1908-1909 può realizzare la sua aspirazione allo stato religioso e sacerdotale entrando nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali nel convento di S. Francesco di Oristano .

Dopo la laurea, già stimato parroco, diventa cappellano militare durante la prima guerra mondiale, al fronte, dove è sempre dedito a prestare assistenza spirituale e premuroso soccorso ai soldati, sfidando ogni pericolo.

Oltre la gratitudine dei soldati riceve ufficiali riconoscimenti con due medaglie al valore.   Rientrato in Sardegna, assume nel convento di San Francesco di Oristano vari uffici di delicata responsabilità.

 Nel 1925 parte missionario per la Cina a capo di un gruppo di confratelli chiamati ad aprire la nuova Missione di Hingan nello Shensi.

Dopo tre anni di fervente attività evangelizzatrice, la missione viene elevata al grado di Prefettura Apostolica e p. Soggiu è nominato Prefetto Apostolico. Prima come Superiore della Missione e poi come Prefetto Apostolico egli si fa amare come padre da tutti i missionari e, per la sua affabilità e saggezza, dai cinesi cristiani.

È stimato anche dai cinesi non cristiani per la sua benefica bontà.

Il 12 novembre 1930  Mons. Soggiu, dopo aver compiuto una memoranda visita pastorale a     Shichuang, che nel frattempo era stata assediata dai briganti, sente di dover rientrare in sede dove era atteso; approfittando di una tregua dell’assedio affronta il viaggio accompagnato dal domestico cristiano e da due portatori: uno catecumeno e il secondo pagano. 

 Solenni riti di suffragio si celebrano in molte città, e specialmente a Roma, Assisi, Padova e in Sardegna.    

 A Hingan i riti funebri si celebrano il 24 maggio 1931, presieduti da Mons. F. Tessiatore in rappresentanza dei Delegato pontificio a Pechino Mons.     Costantini; per l’occasione era presente la salma  della vittima.

 La solennità del rito fu tale da apparire come un pubblico trionfo di quella gloriosa morte.

La fama dei martirio di Mons. Soggiu si perpetua a lungo negli anni successivi fino ad oggi, quando si rende più vivo che mai l’auspicio della sua glorificazione da parte della Chiesa.

A lui si rivolgono con grande devozione i malati di tumore e spesso sono stati aiutati.

Chiunque ha notizie dirette o indirette, di grazie ricevute per intercessione del servo di Dio, Giovanni Soggiu, è pregato di notificarle al vicepostulatore della causa, presso il convento di San Francesco, piazza Duomo, 10, 09170 Oristano.

 

 

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