Prendo spunto dal commento di bera per fare una riflessione sulle cose che ci capitano giornalmente e che spesso nascondono dei messaggi.
Generalmente quando ci troviamo di fronte ad una situazione negativa, ci vien voglia di commentare su quanto siamo più o meno sfortunati senza rifletterci su.
Poi, riflettendoci , spesso scopriamo che grazie a quella cosa non proprio bella, riusciamo a capirne un’altra.
Vedi per esempio chi si ammala gravemente .
Grazie alla malattia si scoprono quanto siano importanti le persone che ci circondano, certe comodità e tutte quelle piccole cose che prima neppure notavamo.
Molti poi, nella malattia ritrovano la fede che prima reputavano inutile e anzi era oggetto di scherno verso chi non ne faceva mistero.
La malattia porta a riflettere sul mistero della vita e sul conforto della preghiera che in mille occasioni riesce a dare la forza per superare le angoscie quotidiane.
Carissima, siamo noi, proprio noi, con liberi atti della nostra volontà, abbiamo fatto e facciamo entrare la morte nel mondo, ma Dio continua ad amarci, ci vuol bene come un genitore amorevole ama il proprio bimbo piccolo, malgrado noi pensiamo che ci stia mandando delle disgrazie.
Offriamogli dunque la sofferenza e il disagio, cercando di sopportarli per amore, pur non trascurando di fare tutto il possibile per rimediarvi.
La malattìa è una occasione preziosa per offrire a Dio la sofferenza, nostra e altrui e una occasione preziosa per aiutare il prossimo quando ne ha bisogno.
Come noi genitori o nonni siamo commossi quando il bebé dice ‘mamma ‘ o ‘papà’ o ‘nonno’ per la prima volta, come quando il più grandicello si toglie la caramella di bocca per darcela, o ci offre il suo gelato smangiucchiato… così fa Dio con noi.
Io di fronte ai gesti d’affetto dei miei bimbi, tanti anni fa, letteralmente non mi squagliavo forse di commozione e d’amore, come farebbe qualunque di noi?
Così il Signore Iddio, padre di ognuno di noi, creatore di ogni cosa visibile e invisibile, avrà nei nostri confronti la stessa tenerezza….
Pensiamo che è in questo infinitesimo di tempo, in questa scintilla di vita, in questo attimo fuggente che si determina tutto il nostro destino dell’eternità. Se agiremo di conseguenza, anzi se ci sforzeremo veramente di agire di conseguenza, non avremo paura di morire, perché la morte è come un nuovo parto, pieno di sofferenza e angoscia magari, ma è anche la nascita a una nuova vita…. se ce ne convinciamo saremo felici. Questa è la vera felicità.
Ti abbraccio
Berto
PS. Come ho già scritto agli altri amici del blog, mi scuso per la lunga assenza. Sono molto impegnato, tanto che mi riesce difficile trovare un po’ di tempo per smanettare al PC. `MI scuso in anticipo se non potrò venire da te a leggewrti con la frequenza che meriti…
il conforto della preghiera e il rifugiarsi in essa è fondamentale per chi soffre di una malattia anche grave.
Ma non bisogna rivolgersi al Signore soltanto in questi casi, ma sempre, perchè è Lui il nostro Salvatore e chi crede in Lui crede nella vita eterna e nella Resurrezione.
lanfranco
la malattia….alle cose che hai scritto ho pensato tante volte anche io , non posso che condividere quasi tutto, anche se ,chissà perchè , non mi piace mai l’esperienza della malattia. Quanto allo scoprire l’importanza delle persone che ci circondano …è cosa positiva quando queste ti possono aiutare. Quando non sono autosufficienti o sono inferme anche loro vorresti che non ci fossero.
Ale se ti vuoi unire … Sei benvenuta 😀