Da qualche tempo, nella mia farmacia si raccolgono occhiali usati da inviare ai paesi del terzo mondo. Una bellissima iniziativa.

Grazie a questa raccolta , in tanti potranno avere finalmente una vista per poter continuare a vivere.

Sappiamo le difficoltà che si incontrano quando, superati i 40anni non si riesce a leggere più neppure una pagina di giornale.

Devo dire che l’iniziativa della raccolta mi ha particolarmente colpita perchè, di colpo, mi sono ricordata di possederne diverse paia.

Li avevo conservati forse per ricordare le varie epoche della mia vita, ma poi, andando oltre questo sentimento nostalgico ho pensato che potevano essere utilizzati in maniera più proficua anzichè rimanere chiusi in una scatola.

Li ho comunque fotografati per ricordo , mettendoli in ordine di tempo.

Negli anni settanta c’era il mito dei Lozza e dei ReyBan.

Gli hanni ottanta, per intenderci l’epoca dei Punk, si trovavano le foggie più strane: io avevo occhiali da sole Fiorucci con angioletti sulle lenti (vedi foto).

La fine degli anni novanta ha avuto invece il boom degli occhiali-lente (che rimangono ancora oggi i miei preferiti) .

 A metà degli anni 2000 poi, sono tornati gli occhiali dell’epoca dei miei genitori (fine anni ’50 primi anni 60) dalla struttura decisa sul viso, con stanghette molto marcate e addirittura doppie.

Mi sono adattata a questa moda, ma credo che prestissimo tornerò all’occhiale lente che, sul viso, riesce a dare l’impressione di non esserci, tolto naturalmente che le lenti a contatto prendono il primo posto assoluto fra le mie preferenze, vera rivoluzione nella storia della correzione visiva .

 

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3 Responses

  1. Brava otto! un’azione lodevole!hai fatto un bel sacrificio che servirà a ridare serenità ad alcune persone .

    buona domenic

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