Speciale è dir poco il pranzo a cui siamo stati invitati ieri con la mia famiglia.

Speciale perchè la squisita ospitalità e gentilezza di questi amici ha fatto si che si passassero diverse ore in serenità e allegria assaporando i gusti antichi della Sardegna.

Tradizioni che il padrone di casa conosce molto bene dal momento che ci ha servito tante pietante tutte rigorosamente preparate da lui secondo le antiche ricette sarde.

Cominciando dagli antipasti tipici come la salsiccia secca  il prosciutto e la  cordula cotta alla brace: quest’ultima preparata con le interiora dell’agnello, il pomodoro secco e il guanciale di maiale.

 Il primo piatto con i tipici malloreddus sardi conditi col sugo di cinghiale e funghi porcini.

I secondi piatti a base di: carne d’agnello in umido al limone , il porchetto freddo aromatizzato al mirto e il capretto arrosto,il tutto accompagnato dai vini e dai formaggi caratteristici di questa zona del centro Sardegna: il Sarcidano (Orroli), zona rinomata per l’alta percentuale di ultracentenari che ci vivono.

Tantissimi esperti da tutto il mondo  sono alla ricerca dell’origine di tale fenomeno.

Il dopopranzo poi,  è stata una vera lezione di cucina tradizionale sarda perchè il padrone di casa ci ha mostrato come avviene la preparazione del prosciutto, le fasi della salatura, i condimenti esterni , quello della salsiccia fresca e secca  e quella del formaggio pecorino.

La mia bambina ha potuto imparare dal vivo ciò che la tradizione millenaria sarda ha tramandato attraverso persone come i nostri amici.

Forse ieri , senza bisogno di esperti, abbiamo capito quale sia il segreto degli ultracentenari di questa zona.

 

 

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3 Responses

  1. Meraviglioso ! *_*

    Una delle tante cose che adoro di questa terra … A parte certe persone di mia conoscenza , tu sai 😀 , devo dire che noi isolani , sia in Sicilia che in Sardegna , siamo molto “ferrati” per la buona cucina ! 🙂

  2. Per voi forse speciale, ma per tutti gli animali che hai nominato mica tanto, non per il fatto che tu sia carnivora, ma per come l’hai descritto, sembra tu goda ad elencare lo sbranamento delle carni degli animali sacrificati.Attenzione! nessun moralismo, solo sottolineare che le feste c’è chi le gode e chi le subisce; e qui un lungo sottinteso.

  3. E’ nella storia millenaria della mia terra che si allevano certi animali per sostentare l’uomo.

    Ed in questa storia io sono nata e cresciuta ma rispetto chi ha deciso di fare una scelta alimentare diversa dalla mia, e non mi sento neppure di giudicare, ricordando che tutti siamo cresciuti con il latte, le uova, il pesce la carne e tutto quello che la natura ci offre.

    La violenza sugli animali è ben altra cosa, naturalmente ciò è esclusivamente il mio pensiero.

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