Non ne voleva sentire di vestirsi da gatto. Sembrava le stessi dicendo di mettersi un sacco d’immondezza o  chissà cosa.

 Le ho detto che con quel vestito, fatto interamente con le mie mani, in tanti avevano vinto premi per la migliore maschera.

Ogni anno qualcuno me lo chiedeva inh prestito.

Ma lei nulla.

– "Non mi piace, mi sento ridicola. Chissà quanti begli abiti comprati ci saranno ed io, mi dovrò nascondere! Tu con le cose fatte da te, pensi di aver fatto chissà che cosa.

Mi dici che sto bene perchè sono tua figlia!

Questi stivaletti con mi chiudono e questi guanti sono sfilacciati e mi danno fastidio"

Non ho insistito, l’ora  stava giungendo e lei, ancora indecisa su come conciarsi per la festa del giovedì grasso, ha deciso di tenermi il muso sbuffando.

Quando l’ho sollecitata che dovevamo  uscire , lei, sempre col muso, si è infilata il costumino da gatto e, brontolando si è messa il giubbotto naturalmente borbottando che non se lo sarebbe levato.

Al rientro dal lavoro, mio marito mi chiama dicendomi che mia figlia deve dirmi qualcosa.

Mi sono preoccupata! Ho pensato che avesse avuto problemi durante la festa.

Ma, sorridente mi è venuta incontro dicendomi:

– Mamma, ho vinto il primo premio, ma ti prego, ti prego (quasi con le lacrime agli occhi) non dire:

"Te l’avevo detto!!"

 

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