Don Dore: musica e fede

 

 Il jazzista Enzo Favata ricorda  Don Dore .

E’ stata una  delle persone che hanno motivato la mia passione verso la ricerca e la  musica tradizionale della Sardegna.

 Fu proprio il suo libro sugli strumenti musicali che mi fece capire per la prima volta alcuni meccanismi ed alcune similitudini con altri strumenti del Mediterraneo.

 Lo conobbi per la prima volta nel 1989, mi ricordo che eravamo io ed il mio amico ricercatore  Marcello Marras; era il tempo in cui andavo in giro per l’ isola ad imparare sul campo come si faceva la musica tradizionale della Sardegna .
Fu lui che ci  mostrò la sua collezione di benas.

 Ricordo anche con divertimento la sua faccia quando gli chiesi di misurarle, pareva gli stessi chidendo di toccare un tesoro immenso e non me lo permise ed era vero  e aveva ragione .
L’ anno dopo suonavo nei miei dischi le benas, conosciute attraverso il caro Don Dore .
Ciao amico  lontano dallo sguardo del cinghiale e dal sorriso demolitore, ciao  pastore di anime e di strumenti musicali che la musica accompagni il tuo viagg
io
Enzo Favata

 

Don Dore, nato a Suni nel 1930 è diventato prete a 25 anni. Da allora ha esercitato la sua missione a Bosa, Santulussurgiu, Sedilo, Scano Montiferro. E nel frattempo continuava a mettere da parte doni: rari esemplari di organi e organetti, fisarmoniche, chitarre, tamburi, raganelle e matraccas.

E da allora non ha mai smesso di aggiungere pezzi alla sua mostra senza fine.

Don Giovanni Dore , oltre alla diffusione della parola di Cristo, si è prodigato per tutta la Sardegna a far conoscere le origini di un diverso linguaggio, altrettanto armonioso: quello musicale.

Per questa passione o fede terrena ha persino rinunciato ad una parte della sua casa parrocchiale per fare spazio al Museo degli strumenti della musica popolare della Sardegna.
Don Dore, ha per lunghi anni setacciato tutta l’isola sarda, ha incontrato soprattutto pastori nelle campagne, negli ovili, nei posti di lavoro, nelle feste campestri, nelle loro abitazioni.

Insomma gente umile che, con materiali poveri e tecniche tramandate oralmente nei secoli da padre in figlio, ha realizzato esemplari di strumenti aerofoni, membranofoni, cordofoni e idiofoni.
Quarant’anni di ricerche i cui risultati oggi sono scanditi dalla raccolta del Museo di Tadasuni, che racconta di tutto quanto è servito al popolo sardo per far musica, dal periodo nuragico ad oggi.
Ma il pastore della Chiesa non si è fermato a questa ricerca, infatti, grazie alle numerose visite di turisti italiani e anche stranieri, ha potuto arricchire la sua raccolta di strumenti dalle forme e dai suoni particolarissimi, provenienti da tutto il Mondo.
 “Là dove senti cantare e suonare, fermati; gli uomini malvagi non hanno canzoni né musica”.

Era una frase che amava ripetere don Dore.

Grazie Don Dore per il grande patrimonio che hai lasciato alla nostra amata Sardegna!

Per poter visitare il Museo degli strumenti musicali di don Giovanni Dore a Tadasuni è necessario chiamare allo 0785/50113 

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