Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, mette in guardia gli internauti dalla norma inserita nel pacchetto sicurezza (disegno di legge 733) approvato dal Senato grazie all’approvazione dell’emendamento 50 bis del senatore Udc Gianpiero D’Alia.
«L’emendamento – spiega l’ex pm sul suo blog – avvia "la repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo Internet".

Nei fatti, se approvato, permetterà di reprimere la libertà di espressione e di opinione in Rete.

Il reato di apologia e istigazione a delinquere è già previsto e punito dalla legge, chiunque ne venga accusato oggi viene processato e, se colpevole, condannato.

D’Alia e i suoi mandanti non vogliono attendere il processo, né la sentenza, vogliono emettere subito il verdetto di colpevolezza obbligando i provider ad oscurare da subito il sito.

Poi, chi se ne frega del processo».

 

«Un emendamento antidemocratico e incostituzionale – sottolinea Di Pietro – che cancellerà l’informazione in Internet in un soffio equiparando l’Italia alle uniche due nazioni al mondo che hanno queste restrizioni: Cina e Birmania.

L’emendamento sotto il pretesto di chiudere le porte a siti come You Tube e Facebook in cui sparuti gruppi di fanatici ‘inneggianò a Raffaele Cutolo e Salvatore Riina, nasconde ben altri obiettivi.

Quello di oscurare l’ultimo tassello dell’informazione, Internet, che sfugge al controllo di Silvio Berlusconi monopolista dell’informazione privata e di Stato».

«Mi domando perché – conclude Di Pietro – non oscurare le reti Mediaset visto che inneggiano ad un assassino come Vittorio Mangano. Oppure perché non sciogliere la Lega di Umberto Bossi che istiga i padani ad armarsi di fucili contro ‘Roma ladrona’ da cui i suoi dirigenti prendono un lauto stipendio.

Se questo golpe non si arresterà alla Camera scenderemo in tutte le piazze d’Italia.

E ci rimarremo. Se l’emendamento D’Alia divenisse legge il mio blog, quello di Marco Travaglio, di Beppe Grillo, di Byoblu, di Daniele Martinelli, di Piero Ricca e di migliaia di altre voci libere della Rete, sarebbero oscurati. Questo è l’effetto, ed il vero obiettivo, di quell’emendamento carogna, ed il senatore D’Alia non lo nasconde». (Apcom )

la stampa

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5 Responses

  1. Lo sospettavo io, leggendomi faticosamente quella legge approvata alla camera…e tutti gli illustri avvocati dei dintorni tiscaliani a dire “no, no”.

    Bene, passso parola.

    Grazie dell’informazione

  2. Siamo alle solite… o meglio RISIAMO alle solite… prima hanno cominciato con la cazzata che il blog era una testata giornalistica… ora siamo a questo… bah!

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