Non è possibile datare con precisione l’inizio dell’estrazione del sale in Sardegna.

Risale al 150 a.c. la prima testimonianza scritta riguardante le Saline di Cagliari: un’iscrizione trovata a Paili Gerrei che riferisce di una società per lo sfruttamento delle saline. Un’iscrizione del tardo impero romano (IV – V secolo d.c.), ritrovata nei pressi della chiesa di San Saturnino, attesta l’esistenza di una comunità di lavoratori cristiani addetti al servizio nelle saline.
A meta ‘800 il governo Cavour decise di affidare la gestione delle saline nuovamente in appalto.

I lavori di miglioria delle saline continuarono incessantemente; furono aumentate le caselle salanti, costruiti nuovi canali ed introdotti macchinari con cui migliorare la movimentazione delle acque. A tale fine si impiegarono macchine a vapore che sostituirono le antiquate viti di Archimede mosse dai buoi. In breve tempo venne a formarsi un’unica salina, estesa su circa 1300 ettari: La Palma.
Oltre al sale comune a partire dal 1860 si cominciò anche la produz
ione dei sali potassici, sospesa qualche decennio più tardi e ripresa poi nel 1936. In quest’anno si avviarono anche la produzione del solfato di magnesio, dei Sali misti e del bromo, quest’ultimo usato per rettificare la benzina romena durante la guerra; per ciascuno di questi prodotti venne realizzato uno speciale impianto.

Nel periodo bellico ci fu una crisi delle esportazioni che però riprese negli anni successivi la fine del conflitto.

Sulla operatività della salina continuava a gravare la strozzatura rappresentata dagli alti costi per il trasporto del sale all’imbarco. Ma malgrado la costruzione di un nuovo edificio adibito a deposito (una gigantesca struttura in cemento armato progettata da Pierluigi Nervi) e l’ammodernamento continuo dei macchinari, la richiesta dei sottoprodotti del sale diminuì tanto da portare alla sospensione della produzione agli inizi della seconda metà del secolo e all’abbandono di numerosi impianti. Dagli anni sessanta la Salina perse repentinamente d’importanza soprattutto per la concorrenza di altre saline (sia nazionali che internazionali); a questa crisi si aggiunse l’inquinamento dei bacini.

Fu così sancita la sospensione delle attività nel 1985.

 

Notizie tratte da Associazione per il parco di Molentargiu

 

 

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