C’ero anche io ieri sera al concerto di Marco Carta alla fiera di Cagliari.

Un po’ per accompagnare le mie figlie e un po’ per curiosità, per capire chi contribuisce realmente al successo di questo ragazzo.

Mia figlia piccola si vergognava di me: "mamma, non puoi venire ! Una persona della tua età non ci fa nulla!"

Ma arrivate sul posto si è ricreduta perchè la maggior parte del pubblico era fatta di ragazzi con i propri genitori e addirittura con i nonni.

Mi è piacita molto l’aria che si respirava. Tante famiglie insieme da diverse ore, dove genitori e figli forse per la prima volta erano in armonia.

Tante mamme, per essere ancora più vicini ai loro figli, indossavano la bandana di Marco o tenevano in mano il cuscino con la sua foto.

Siamo arrivati circa tre ore prima e, sedute in terra abbiamo consumato la nostra cena al sacco.

Il concerto è cominciato con il solito ritardo, ma il costo del biglietto era all’altezza dello spettacolo: quasi 3 ore di canzoni , chiacchierate e ballo.

L’esordio, (dopo aver salutato il pubblico della sua città, ) non è stato fra i più felici: "Ragazzi scusatemi ma oggi non ho voce" , sono state le prime parole scambiate con le sue "cartine", anzi, come ha detto lui cartine, cartini e cartone cioè la mia generazione.

Sul fatto voce preferisco non soffermarmi per non offenderlo.

Finchè canterà senza studio e senza riposo, i concerti senza voce saranno sempre più frequenti.

Per fortuna c’è una buona amplificazione, ci sono le cartine che cantano la metà delle canzoni , c’è un buon gruppo musicale con coriste annesse e ci sono i suoi Amici che gli hanno fatto da contorno.

Mi sono commossa a vedere la mia bambina che intonava le  canzoni: forse per la prima volta l’ho vista grande.

Mi guardava come a dire che non conoscevo nulla di lui, ma si sbagliava. Infatti poco dopo il repertorio di Marco era quello delle canzoni di Lucio Battristi e lì sono stata imbattibile lasciando naturalmente di stucco mia figlia.

Il dialogo col pubblico era sempre vivo, a volte un po’ da "bastasciu" , diremmo noi a Cagliari, ma sempre con simpatia.

Personalmente gli avrei dato una regolata.

Lui stesso dopo ogni parolaccia guardava gli zii in prima fila giustificando la sua terminologia.

Ma  le "cartine" accettavano  tutto pur di sentirlo parlare: ha capito come si mantiene vivo l’interesse di chi gli dà il successo. 

Devo dire che mi ha colpito particolarmente  la versione americana della famosa canzone degli anni 60 "Quando quando quando" di Toni Renis, eseguita in duetto con la sua amica Simonetta Spiri.

Comunque non si è risparmiato e la sua generosità è stata premiata con grida gioiose e applausi, nonostante l’assenza della voce.

Vabbè, per stare con i propri figli si può fare anche questo.

 Naturalmente ho filmato gran parte del concerto che metterò prestissimo online.

 

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