Con la pubblicità martellante dei "noi che…" sono stata catapultata verso la trasmissione di Carlo Conti: I migliori anni.

Quell’elenco di cose che si facevano da bambini e ragazzi riguarda anche me e questo è stata un’ottima calamita verso lo schermo .

Premetto che le trasmissioni a carattere musicale e qualche fiction sono le poche cose che ancora mi fanno stare seduta davanti alla TV.

Ieri notte ci ho riprovato e mi spiace dirlo, dopo un’oretta scarsa però ero già annoiata.

Con mio marito ci siamo resi conto che abbiamo passato tutto il tempo a fare confronti di come erano e di come sono oggi i vari personaggi della nostra adolescenza. No, non parlo solo dell’aspetto esteriore  (perchè il tempo passa per tutti) ma soprattutto dal punto di vista vocale.

Infatti solo veramente pochi (come l’inossidabile Albano) hanno sfoggiano ancora una voce udibile.

Jonny Dorelli, artista completo e dotato di grandi qualità artistiche, ieri mi ha un po’ rattristato.

Non so se ha problemi di salute (ha cantato seduto), ma l’ho trovato soprattutto triste nell’animo, senza quella verve che lo caratterizzava, di ragazzo scanzonato.

Mi è sembrato rammaricato per essere stato messo da parte dalla RAI, un’azienda alla quale lui ha dato tanto : come cantante, presentatore, attore.  Veramente un grande.

La TV di stato dovrebbe dedicargli almeno una serata come hanno fatto per Morandi, Dalla, Celentano, Zero) affinchè la nuova generazione possa conoscerlo ed apprezzarlo.

Irrilevanti le altre partecipazioni come Pappalardo, Los Marcelos Ferial, i Santa Cruz ensamble ecc.

Simpatico invece il personaggio mitico di Happy Days: il signor Cunningham, l’attore Tom Bosley. Con Carlo conti ha scambiato una serie di battute riguardanti la serie televisiva in voga alla fine degli anni ’70, ed a sottolineato il rapporto amichevole e complice che c’era con gli altri attori del cast, un po’ come la nostra serie del "Medico in famiglia".

A proposito, spero di non perdermi l’ultima simpaticissima serie ricca di novità in onda da domenica.

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