Cosa sia successo in questi sessant’anni è difficile sintetizzarlo.
Le comunità dei Focolari in Sardegna si sono moltiplicate; donne, uomini, bambini, anziani, sacerdoti e laici hanno fatta propria la spiritualità dell’unità ed essa ha alimentato e continua a sostanziare l’impegno personale, familiare, sociale, ecclesiale di tanti. Lo testimonia ad esempio l’esperienza di Carlo, imprenditore, che in una terra dove le difficoltà lavorative sono nient’affatto indifferenti, ha rischiato dal punto di vista economico pur di mettere la sua professionalità e i suoi capitali al servizio di una cooperativa a fini sociali.
Dai paesi del nuorese, invece, Gina e Bastianina raccontano l’impegno a favore della riconciliazione e del perdono dopo omicidi che hanno segnato in maniera drammatica le loro comunità paesana.
Ancora, Ada e Marco, genitori di Chiara, 22 anni, cerebrolesa, cantano un inno alla vita degna di essere vissuta sempre e comunque.
Cinzia, infine, testimonia la sua scelta di impegnarsi in politica all’insegna del motto evangelico «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
Numerosi i sardi che non sono presenti a Mogoro. Sono fra quelli che avendo deciso di donare la propria vita per un ideale così grande si sono ritrovati negli angoli più disparati del mondo a servizio del movimento: in Francia, in Corea, in Africa… E a questa capacità di essere dono per il mondo fa riferimento la presidente dei Focolari, Maria Voce, venuta da Roma a festeggiare l’anniversario. «Avete doni che sono costitutivi del vostro essere: la tenacia, il calore, la solidità – afferma -. Di questi doni il mondo ha bisogno. Siate quelli che siete».
Un’altra delle caratteristiche dei sardi è la fedeltà. A vedere i risultati di questi 60 anni non si può non crederci.
Aurora Nicosia