Questa mattina ho voluto dedicare a mia mamma il mio tempo per ascoltare ancora una volta, attraverso la sua voce, i ricordi della sua infanzia.

Ho fermato il tempo per qualche ora tornando indietro negli anni della sua giovinezza, come i flash back di un film (che comunque sto realizzando) dove l’argomento era il suo Natale.

Un Natale gioioso, fatto di poche cose di grande valore e di cui oggi si è perso tanto.

Mi raccontava del piacere della preparazione spirituale al Natale   attraverso la Novena della sua parrocchia.

I canti natalizi erano così magici per lei al punto che le facevano realmente credere che Gesù Bambino sarebbe sceso dalle stelle.

C’era la preparazione del presepe in cui tutti i fratellini erano coinvolti nella ricerca dei pezzi: dal muschio alle statuine, dalla ghiaia agli alberelli ecc. 

L’albero di Natale non si usava, era un simbolo tipico dei paesi nordici, arrivato da noi molti anni più tardi.

Il pranzo natalizio poi  era l’evento che completava il giorno di festa : cose semplici ma pur sempre rare .

 La  povertà non permetteva quei cibi prelibati se non nelle grandi occasioni come le feste natalizie e pasquali: i ravioli di ricotta e zafferano o gli gnocchetti sardi, l’agnello arrosto che non doveva mancare perchè tradizione sacra; la "cordula" con i piselli ; la frittata di verdure, la frutta secca e i dolci sardi.

Il panettone ed il pandoro non esistevano ancora, almeno nella tradizione cagliaritana.

Nel dopo pranzo si allestiva  il gioco della tombola con premi che consistevano in noci, nocciole e qualche caramella.

Ma c’era anche il gioco de su "barralliccu": una trottola composta da un bastoncino e un dado che aveva inciso nelle facciate le sigle T, M, N P. Tottu, Mesu Nudda Poni: Tutto metà , nulla, metti.

La persona che lo lanciava, aveva diritto al premio in base alla lettera in cui si fermava la trottola.

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  1. Io non credo nelle ricorrenze, nè religiose nè pagane. Se in qualcosa credi non limiti ad un giorno annuale il ricordo di essa : pertanto anche Natale e Pasqua per chi è cristiano fervente dovrebbero esserlo tutti i giorni . Il mio Natale è Ungarettiano. Se ci pensi è anche un topos letterario il suicidio la sera di Natale. In ogni caso auguri in ritardo.

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