L’importanza dell’acustica, riguardo il teatro o la sala in cui si dovrà esibire un cantante, un musicista o un attore  è fondamentale.
La riuscita di buona parte dello spettacolo, infatti, dipende proprio da essa.
La musica è bella,  soprattutto quando il musicista nelle sue esecuzioni ne rispetta tutti quei segni scritti sullo spartito; stessa cosa per l’ attore che della propria voce ne esalta le sfumature dando carattere ai suoni emessi.

Il buon risultato di un  brano corale poi sta nella fusione delle voci in modo tale da sembrare un suono unico, così pure per un’orchestra che deve amalgamare strumenti di diversa natura: archi, fiati, percussioni ecc.
Tutti questi elementi sono esaltati solo quando vengono eseguiti nell’ambiente  con una buona acustica.   La qualità dell’acustica dipende dalla qualità dei materiali usati per la costruzione dello spazio di esecuzione. A volte si giudica male un artista, magari validissimo, che esibendosi nel luogo sbagliato è stato penalizzato  dall’ acustica inadatta.

Forse non tutti sanno che , per provare l’acustica di una sala da spettacolo (teatro o auditorium) viene utilizzata una pistola caricata a salve.

I colpi di pistola vengono esplosi da punti diversi e registrati DAT e in un secondo tempo, dopo essere stati riversati tramite scheda audio su computer, analizzati al fine di estrarne le informazioni utili alla scelta dell’impianto audio e dei materiali.
Dalla risposta all’impulso di un ambiente si possono calcolare tutti i parametri acustici oggettivi e dal suo andamento nel tempo si possono evidenziare eventuali anomalie.
Ma come facevano gli antichi che non usavano computers con programmi specifici?
Gli studi hanno dimostrato che all’epoca, pur non conoscendo le leggi della fisica, si riusciva a progettare e costruire teatri in grado di dar pieno risalto alle voci umane negli spettacoli e rappresentazioni, senza ricorrere all’uso di amplificatori , sfruttando appieno le menti  degli ingegneri e architetti  che erano sempre alla ricerca dei materiali più consoni.

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