Mi ha letteralmente sconvolta la notizia di ieri delle due ragazzine morte durante la gita scolastica.
Sara Panuccio e Francesca Coconnello, sono morte nel crollo di una parete di una roccia sull’isola di Ventotene, in provincia di Latina. Una è morta sul colpo, mentre l’altra poco dopo un tentativo di rianimazione purtoppo inutile. Sotto i due metri cubi di roccia e tufo, caduti da 6 metri di altezza, è rimasta ferita anche una loro compagna, subito soccorsa e portata in elicottero all’ospedale di Latina.
Le giovani vittime frequentavano la terza media dell’istituto Anna Magnani di Roma.
Mi sono subito immedesimata in quelle povere mamme e nel loro dolore.
Avranno accompagnato le loro bambine al pulmann con la gioia e l’entusiasmo che si prova in queste circostanze, come è capitato tante volte anche a me, e dove io faticavo a non mostrare tutta la mia apprensione.
Subito dopo la notizia ieri ho sentito il desiderio di andare ad abbracciare mia figlia.
Lei, dopo un momento di condivisione, mi ha guardato chiedendomi come mai avessi avuto questo slancio improvviso di affetto. Le ho spiegato del dramma che avevo appena sentito e di quanto dolore mi ha dato immedesimarmi in quei genitori.
Subito si è scostata da me dicendomi:
“Ho capito, adesso non mi manderai più alle gite. Ci mancava solo questo per finire di togliermi la libertà!”
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