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«Nel tuo pacchetto hai il pranzo, la cena e la prima colazione. Ci sono salame, confetti e marmellata per il tè. 63 pezzi. Diventerai ciccione», gli disse Serghiei Korolev, padre dell’astronautica sovietica. «Appena atterri dovrai mangiare tutto», aggiunse. «Soprattutto il salame per accompagnare la vodka!», rispose Gagarin. «Accidenti – lo interruppe Korolev – , è tutto registrato!». Dopo l’accensione dei motori il cosmonauta esclamò un «Si parte!» che entrò nella storia.
Questa frase fu pronunciata dal primo uomo che potè vedere il globo terrestre  dall’alto (lo descrisse come una meraviogliosa palla azzurra) , l’astronauta russo Yuri Gagarin. Fu scelto per le sue umili origini perché ciò avrebbe creato un’attenzione mediatica maggiore. Aveva 27 anni ma il destino aveva scritto per lui una fine della sua vita a breve (34 anni) per un banale errore di manovra su un Caccia Militare .
Per celebrare il 50° anniversario del primo uomo nello spazio, la Russia ha escogitato un’iniziativa canora curiosa.
Ian Anderson, voce, leader unico e flauto dei Jethro Tull, intonerà un duetto con l’astronauta Catherine Coleman. Il cantante britannico salirà sul palco a Perm, in Russia, mentre Coleman sarà in orbita nella stazione aerospaziale, farà una performance che verrà proiettata in videoconferenza e i due intoneranno “Bourée”, celeberrimo brano strumentale ispirato a Bach dall’album ‘Stand up’.

(fonti varie)


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