LA MUSICA: IL POTERE DEI SENTIMENTI UNISCE IL POPOLO

Le informazioni sul potere della musica ci giungono da lontano. Oggi, in un mondo di separatismo razziale e sociale, la musica resta l’ultimo baluardo della comunicazione sociale. Unisce le persone in una lingua universalmente riconosciuta; scatena sentimenti, apre nuovi orizzonti della mente, ci permette di sentirci tutti uguali, uniti in un’unica armonia che influenza le nostre anime socialmente e politicamente. Queste radici inspiegabili si perdono nei tempi. Le testimonianze giungono a noi sotto forma di storia, mitologia, fantasie popolari. Un esempio di questo potere invisibile arriva a noi dagli antichi greci.

Nell’antica Grecia la musica era molto importante sia nella vita sociale sia in quella religiosa. Per i Greci la musica era un’arte che comprendeva, oltre alla musica stessa, anche la poesia, la danza, la medicina e le pratiche magiche.

La parola mousikè, con la quale i Greci indicavano la musica, significava proprio l’insieme di tutte queste arti.

L’importanza della musica nel mondo greco è testimoniata da numerosi miti che la riguardano. Uno è quello di Orfeo, l’inventore della musica, che riuscì a convincere gli dei dell’Ade a restituire alla luce la sua sposa Euridice.

Questo mito ci insegna che, per i Greci, la musica era l’arte che sa toccare i sentimenti di chi l’ascolta portando sollievo e serenità.

Il nostro mondo è devastato dalle guerre, iniziando dalle guerre famigliari (divorzi, lotte per affidamento dei figli, litigi di sangue per eredità) fino ad arrivare alle “missioni di pace” ( genocidi autorizzati in nome della pace). Tutto questo è un grande progetto volto a separare le persone, a distruggere i piccoli centri di potere. Un coppia è un piccolo centro di potere, in due si sopravvive meglio…ci si consola e si superano grandi o piccole difficoltà. Il divorzio, sponsorizzato dalla pubblicità, dai films, dalle tante chat create per cercare un amante, è un esempio di distruzione di un centro di potere. Ai potenti fa più comodo avere single che coppie, si governano meglio.

Ora, pare un discorso da pazzi, ma se analizzate con me l’argomento vi renderete conto che non è così strano o pazzo. Immaginate di vedere un film d’amore, nella scena più forte, dove si raggiunge il climax, provate a togliere l’audio, la musica…vi accorgerete che l’impatto diminuisce in maniera esponenziale. I teatri Italiani e di tutto il mondo, ci permettono di sentire la colonna sonora della nostra vita. Si, perchè quando noi siamo seduti in quella poltrona e stiamo guardando/ascoltando un’orchestra, la musica arriva al nostro cuore dando una musica ai nostri sentimenti, alle nostre piccole storie di vita. Eliminare la musica dalla vita dei cittadini aiuterà i potenti a governarci ancora meglio (per loro), ci toglierà i sogni e le emozioni rendendoci del tutto schiavi. Io non so se questo mio pensiero sia frutto della mia follia di artista, non so nemmeno se la casta politica possa arrivare a ragionare come me, ma so che se chiuderanno i teatri-e continuando di questo passo è una cronaca annunciata-non ci/vi resteranno più sogni. Ormaii schiavi del tubo catodico, appassionati di fiction, di veline mezzo nude, di pettorali lucidi su un’isola privilegiata, di talk show con argomento “il nulla”, di programmi che analizzano i peli del pube dell’ultima vittima….

Signori e Signore, benvenuti nell’era della distrazione. Non permettete ai signori della casta politica di distruggere il bene più grande del nostro paese: L’ARTE
 
Donatella Carta 14 gennaio 2012

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