“Quello che ho visto al Petruzzelli di Bari e quello che vi vorrei dire”
Oggi  16 gennaio, c’è stata a Bari, nel foyer del Teatro Petruzzelli, la conferenza stampa di presentazione dell’opera di inaugurazione della stagione “Carmen” diretta da Lorin Mazel e per la regia di William Kerley.

Innanzitutto il teatro nella persona del Sovrintendente e del direttore artistico si sono assicurati che tutti gli artisti del cast fossero presenti e per ognuno di loro c’era la poltrona riservata in prima fila e sono stati tutti presentati ad uno ad uno con nome e cognome, e questo non è usuale nei teatri italiani.
Prima ancora di presentare il cast, il sovrintendente Vaccari ha ringraziato tutte le maestranze che hanno contribuito all’allestimento: dai tecnici al personale artistico, dai collaboratori degli uffici alle maschere, al personale di biglietteria, all’ufficio stampa. Anche questo non è usuale nei teatri italiani.
Ma quello che intendo far notare qui è il fatto che ad aprire la conferenza stampa sia stato il sindaco della città, Michele Emiliano, che ha dimostrato di seguire in prima persona, grazie anche ai suoi collaboratori, la vita e le scelte del teatro della sua città.
In un apprezzabile “duetto” con il maestro Mazel, Emiliano ha sottolineato come il Petruzzelli e la sua attività di produzione sia al centro della politica culturale della città e che la Fondazione rappresenti una delle pietre miliari che segnano il cammino dell’intervento amministrativo della sua giunta. Hanno parlato di come l’arte, dove non hanno senso gli stupidi confini degli stati, sia di per sé universale, per tutte le classi sociali e per tutte le età e che sia l’unico modo per incentivare il dialogo e per arricchire lo spirito degli uomini, dei cittadini.
Sarò ancora più chiaro: la rinascita del Petruzzelli, giustemente manifestata in quest’occasione, è stata resa possibile grazie soprattutto al fatto che tutta la città ha preso in carico il teatro. Grazie al fatto che il sindaco e la sua giunta, con atto coraggioso, hanno chiamato a ricoprire ruoli di governance della Fondazione i cittadini della città che da anni avevano maturato una grande professionalità nei loro settori. Si è richiamato in città Giandomenico Vaccari, barese, che era da tempo impegnato nei più importanti teatri delle Fondazioni lirico sinfoniche italiane per affidargli il ruolo di Sovrintendente; si è affidata la consulenza artistica a Luigi Fuiano, violinista, ex sindacalista di esperienza e oggi anche presidente della commissione consiliare Cultura del Comune. Così si è fatto nei reparti degli allestimenti scenici, nell’ufficio stampa, nella segreteria, nella produzione e si affidano le coreografie all’esperto Domenico Iannone, forte di più di trenta anni di esperienza nei teatri di tutta Europa e uno dei più apprezzati preparatori di giovani talenti della danza. Insomma, la città ha deciso di prendere in carico la responsabilità di rifondare il Petruzzelli chiamando alla responsabilità tutte le professionalità che la città aveva saputo esprimere negli anni. Coraggiosamente il sindaco, come presidente della Fondazione, e tutto il CDA hanno deciso di non farsi dettare modalità e nomi da forze esterne, da quegli uffici centrali lontani dalla realtà cittadina che da sempre usano affidare i nostri teatri a manager che ormai spesso si dimostrano inadeguati.
A Bari si è dimostrato che un teatro gestito da chi ha a cuore la fabbrica di cultura e la città sulla quale insiste, raggiunge obiettivi importanti, come quello della produzione di questa Carmen.
Tre titoli della stagione del Petruzzelli (due oltre a questa Carmen) saranno coprodotti con il festival di Castleton, il festival che il maestro Mazel ha creato nella sua tenuta in Virginia negli Stati Uniti per aiutare i giovani talenti.
Ulteriore risultato di questa gestione responsabile sarà che tutta l’orchestra del Petruzzelli sarà quest’anno l’orchestra del festival di Castleton da giugno a luglio prossimo.
Coproduzioni, collaborazioni, scambi, gestioni oculate, attenzione per la città. Ecco quello che ho visto qui a Bari.
Non so se capite appieno il motivo per il quale vi ho raccontato tutto questo.
Scommetto che però un’idea vi viene in mente.
Gianluca Floris

One response

  1. solo il fatto che abbiano scritturato Maazel la dice lunga sui soldi che hanno a disposizione… ci facevano due produzioni, altro che coproduzioni (oltreoceano, e le scene non si trasportano da sole….)

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