Oggi nuovo presidio dalle ore 9,30, i lavoratori e gli operatori dello spettacolo sardo sono riconvocati in mobilitazione sotto il palazzo del Consiglio regionale della Sardegna in via Roma a Cagliari).

Saremo tutti li, per mostrare la nostra indignazione per i tagli alla cultura. Mi rendo conto che i presidi oramai sono poco “originali” ma è palese il fatto che è necessario dare un segnale. Il settore dello spettacolo in Sardegna produce 3000 mila buste paga l’anno che costano all’erario 5000 mila euro l’una….conservare questo status non è rubare, ma soppravivere. Pertanto se GLI OPERAI della Alcoa, ai quali va il mio rispettoso saluto, hanno diritto di lottare ed essere ascoltati, anche noi dobbiamo essere presi sul serio.
Meno atteggiamenti punitivi da parte degli uffici; non siamo tutti ladri, TUTTAVIA NON SIAMO commercialisti, più velocità nell’espletamento delle pratiche; è assurdo aspettare due anni e mezzo per evadere una pratica, finanziarie blindate, piani triennali, utilizzo della legge 18 che giace immobile poichè evidentemente non piace a qualcuno, revisione totale del diritto al contributo: in Sardegna non ci sono compagnie al livello di Sosta Palmizi e neppure importanti come la Fura del Baus, ma convivono ottimi artigiani che hanno diritto di potersi esprimere con la giusta dignità; ma non di pagarsi una regia 40 mila euro.

Decentrare la cultura. In questi ultimi anni, l’80 per cento delle risorse è stato speso nelle città di Cagliari  Sassari e Nuoro. Bisogna  incoraggiare la produzione sopratutto dei giovani, o meglio, anche dei giovani; le cifre ci parlano del 70 per cento delle risorse spese per circuitare opere di altri che vengono da fuori . Considerare eccellenze non chi porta molto pubblico, ma chi porta molte idee, il che ribalterebbe il concetto di  produzione rispetto a chi crea eventi. Chi crea eventi sia finanaziato in parte, il resto sia autofinanziamento.

E poi bisogna punire chi produce passivi: se ricevi 100, non puoi spendere 50000 e pretendere che ti paghino il passivo. I passivi siano a carico dello Stato e non delle Regioni. Costringete i Comuni che hanno speso per realizzare centinaia di teatri a concedere residenze ai gruppi teatrali che non hanno uno spazio; sono stati spesi milioni di Euro per realizzare queste cattedrali nel deserto, o si mettono in attività o siano denunciate le giunte che li hanno fatti costruire per falso.

Per concludere, non siano più dati soldi pubblici dello spettacolo di alcun genere a strutture filodrammatiche, che, non pagando enpals irpef inps nascoste nel loro essere onlus, fanno pagamenti in nero creando turbative di mercato serie, poichè possono proporsi svendendo il loro prodotto amatoriale generando confusione a livello economico e culturale.

Dulcis in fundo: MESSAGGIO AI FUNZIONARI DELLA REGIONE_ Smettere di sparare sul mucchio!! I miei colleghi sono tutti impegnati a sopravvivere! Se anche capita di fare un errore nel bilancio bisogna aiutarli e non punirli, nessuno si vuole rovinare la vita per mille euro!

I NOMI DI CHI HA RUBATO, DI CHI HA MILLANTATO, DI CHI SI è COMPRATO CASE CON I SOLDI PUBBLICI, DI CHI HA USATO LA POLITICA DI BASSO CABOTAGGIO PER FARE DEL MALE A TUTTO IL SETTORE, DI CHI HA APPROFITTATO DELLA BONTA’DEI SARDI PER FARSI I CAVOLI SUOI, DI CHI ” RUBA” ,SI CONOSCONO BENISSIMO.

FATE IN MODO CHE SIAMO LORO A DOVERSI GIUSTIFICARE, e non prendetevela con le piccole strutture. ECCO I NOSTRI PROGRAMMI. amen.

Gianluca Medas

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