Mi limiterò a dare un giudizio della serata per quello che mi compete: le voci. Per il resto dirò che l’intervento di Celentano, per quanto interessante, è stato troppo lungo. Bastava mezz’ora: Morandi regge, Papaleo è indubbiamente simpatico e simpatico è stato il suo siparietto sul le pallavoliste.
Mi faccio una domanda: ma perchè la scenografia dell’Ariston deve avere per forza le scale? E’ mai possibile che si debbano vedere questi artisti che già sono in tensione, scendere terrorizzati i gradini?

Per l’analisi dei testi delle canzoni vi rimando a Luzzato Fegiz  sul Corriere della sera .

L’apertura è affidata alla voce di Dolcenera che si ripropone con un look più semplice e con una voce più pulita. Niente grattate sulle corde ma una vocalità più limpida ed estesa.
Samuele Bersani si è presentato in una versione da musicista trasandato, quasi un clone di Arisa al maschile ma vocalmente  non c’è molto da dire.
Noemi ha cantato con grande difficoltà perchè si è spostata dal quel registro che la caratterizza, quello grave. Ha tentato di dare qualche cosa in più verso il registro acuto, ma il risultato è stato quello di una voce soffocata e in grande difficoltà. Peccato, perchè se prima si distingueva per il colore scuro e grave ora è una delle tante.
Francesco Renga è promosso. Canta bene, scrittura musicale davvero difficile su una vocalità senza problemi. Spazia dal registro acuto a quello   grave non perdendo mai di vista l’intonazione. Il chitarrista che lo ha accompagnato è stato una raffinatezza  che completava. Bravo.
Chiara Civello: presentata come la jazzista più grande del momento mi ha deluso. Timida nell’interpretazione e nella vocalità. Voce piccola,  senza infamia e senza lode forse per la troppa emozione.
Una canzone già sentita.
Irene Fornaciari non mi è piaciuta. Le ricordavo una bella voce estesa e pulita. La ritrovo con una voce rotta, corta nel registro acuto. Dovrebbe darsi una controllata. Sembra che nelle sue corde si nasconda qualche nodulo. Mi spiace ma per il suo bene dovrebbe fermarsi a studiare un po’ .
Emma, strizzata in un tailleur pantaloncino verde e tacchi vertiginosi è proprio brava. Bellissima voce senza problemi di estensione canta con grande passionalità e sentimento. Non amo il luogo da cui proviene (amici di Maria de filippi) ma se vincesse non sarebbe la solita accozzata perchè lei è veramente un talento.
Eugenio Finardi, il veterano che somiglia a Peter Gabriel , è un cantautore raffinato. Avrei eliminato quel gesto della mano persistente che lo ha accompagnato in ogni inflessione vocale. Quisquilie.
Loredana Bertè e Gigi D’Alessio. Un’accoppiata anomala, D’Alessio è stato un aiuto per la Bertè che, rispetto all’ultima volta, ha fatto sentire di nuovo qualche nota a posto, poco, ma nell’insieme accettabile su un motivo orecchiabile. Può funzionare.
Nina Zilli ha una bella voce, senza problemi vocali di alcun genere si è presentata in uno stile “Silvana Mangano” anni 50 e con un’interpretazione alla Mina. La canzone è simile alle precedenti nella sua linea melodica.
Pierdavide Carone e Lucio Dalla. Anche qui si è capito che l’accoppiata era per il lancio dell’ennesimo amico di Maria de filippi. Vocalmente non mi piace. Voce dal colore quasi femminile che alla prima difficoltà si è spezzata. Nonostante avesse un padrino di razza non mi è piaciuto. Un consiglio a Dalla è che forse avrebbe dovuto lasciar perdere la direzione. Tanto in quel brano l’orchestra avrebbe comunque camminato da sola e lui , dal suo canto, avrebbe sostenuto meglio la vocalità quasi inesistente di Carone.
Arisa: voce gradevole e intonatissima senza problemi. Ma dov’è stato il cambiamento? E’ possibile che non la si potesse vestire meglio? Con un sacco di raso addosso l’unico cambiamento è stato nel taglio dei capelli e nel fatto che non avesse gli occhiali. Mah!
I Matia Bazar erano un gradino superiore a tutti soprattutto ora che è tornata fra loro la bravissima Silvia Mezzanotte. Li adoro.

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