Donatella Carta violinista


La collega violinista Donatella Carta racconta il concerto di ieri sera al Teatro Lirico di Cagliari

CONCERTO FUORI STAGIONE? PUBBLICO D’ECCEZIONE!
CRONACHE DI UN CONCERTO FUORI ABBONAMENTO, DECISO ALL’ULTIMO MOMENTO E PREPARATO IN TRE GIORNI.
La Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven: il capolavoro del grande compositore tedesco. Quando Ludovico Van scrisse questa sinfonia era praticamente sordo. Qualcuno raccontò che durante uno dei suoi ultimi recital, mentre eseguiva una delle sue composizioni per pianoforte, ad un certo punto interpretando un “pianissimo” in partitura, sfiorava i tasti e dal pianoforte non usciva nessun suono. Si racconta anche che per comporre la Nona sinfonia appoggiasse una barra di metallo al pianoforte per sentire le vibrazioni. Ecco il perchè dell’orchestrazione così densa e della grande difficoltà di estensione per il coro e per i solisti, insomma un capolavoro.
Ora parliamo del concerto di ieri notte. Abbiamo saputo di questo concerto all’ultimo momento e lo abbiamo preparato in soli 3 giorni. Sapevamo che l’ingresso era gratuito e io stessa mi sono attivata per comunicarlo agli amici facebookiani. Quando siamo usciti in palcoscenico c’è stato un mare di applausi, questo ci ha dato una carica emotiva enorme. Nessun comunicato audio con la sensuale voce di Simeone Latini, registrazione che ha preceduto ogni serata del Don Quichotte, dove si chiedeva gentilmente al pubblico di spegnere i telefoni cellulari. Nessun cellulare ha suonato ieri notte, nessuno ha chiacchierato o si è alzato durante l’esecuzione, nessuno ci ha disturbato. Personalmente ero così emozionata, nel vedere tante facce nuove in platea, che la sensazione del braccio destro era “polvere da sparo“, tenuta a bada con fatica. Mentre stava per finire il primo movimento, ho pensato -ecco, adesso sicuramente scoppierà l’applauso, questo pubblico non è abituato…- Invece, finito il primo movimento, non si è sentita volare una mosca. E c’è da dire che spesso, tra il nostro amatissimo (ma tiepidino) pubblico di abbonati, c’è sempre qualcuno che si lancia in un applauso fuori luogo, sempre piacevole perchè rivela entusiasmo ma spezza la concentrazione, il filo conduttore della composizione; come se si applaudisse tra una strofa e l’altra di una poesia. Incredibile, non un battito di mani, non un colpetto di tosse, tutti attenti come nella visione di un film che ti rapisce. Alla fine della sinfonia, con l’ultimo accordo del 4° movimento, il boato di applausi e un coro sinergico di “bravi”…bellissima emozione. Non so quanto ci hanno tenuti su quel palco per ringraziarli, so solo che quando siamo usciti ancora si percepiva l’emozione di tutti quelli che volevano ancora ascoltare la nostra musica. Poi l’uscita dal teatro, dopo esserci tolti gli abiti da sera, fuori dall’uscita degli artisti c’era una folla di amici ma anche sconosciuti, che volevano vederci…”ecco cosa provano le rock star” ho pensato. Ed ancora complimenti da volti sconosciuti, sorrisi di ringraziamento per il bellissimo concerto. Un’emozione così l’ abbiamo provata solo nel 2010 a Wiesbaden, in Germania, dove il pubblico è musicalmente( e per tradizione) colto ed alla fine della Lucia di Lamermoor, ci ha acclamato in sala, pubblico in piedi ed applausi a non finire.
Ecco, io ieri sera ho provato la vera gratificazione, quella che dovrei provare ogni volta che salgo su quel palcoscenico (11 mesi all’anno), quella gratificazione che è il nostro carburante dell’anima, quello che ci fa andare avanti e non ci fa mai pensare “ma a cosa serve il mio lavoro?”, quello che ci da la spinta emotiva per sostenere un periodo così cupo della nostra esistenza di musicisti, vessati dalla legge e dal governo, con stipendi tagliati e un futuro incerto. Tutto ciò non è una critica negativa per il nostro amatissimo pubblico, gli abbonati di sempre che ci seguono con amore, ma solo il mio pensiero libero su come amerei sentirmi alla fine di ogni concerto. Perchè il nostro lavoro è faticoso, fatto di privazioni, di abnegazione, di concedersi totalmente anima e corpo al proprio strumento, con lo studio quotidiano dall’età di 10 anni…fino a quando vivremmo, noi strumentisti abbiamo un vincolo a vita col nostro partner. Perciò, nessuna offesa al nostro pubblico, tanti complimenti al pubblico di ieri, a quelli che non erano mai stati a teatro, a quelli che si sono emozionati, agli amici presenti ed invisibili, a quelli che sono venuti a salutarmi al cancello degli artisti, a tutti quanti perchè hanno creato un’energia forte, una sinergia con noi.
Grazie di cuore a tutti
La vostra violinista Donatella Carta

One response

  1. Le sorprese sono sempre emozioni impreviste.
    La nona poi…
    Ho la verzione di Caraian su vinile.
    Tempo addietro era solo classica
    desso sono tutto rok ma la nona lascia cicatrici indelebili.
    Ti invidio per la tua presenza lì.
    Buona settimana

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