Ieri sera ho visto questo film. Mi è piaciuto con qualche riserva. La mia non sarà una critica, non ne ho i mezzi. Posso esprimere le sensazioni che ho provato: grande disagio e sofferenza.
Il film, è un documento che rispecchia la realtà di un quartiere periferico cagliaritano, ma per fortuna mostra anche qualche bella immagine della mia amata città di Cagliari , in occasione del tour che le due Mariposas fanno con i bus del CTM al rientro dalla spiaggia del Poetto. Dico per fortuna perchè a volte, nel voler parlare di un quartiere difficile, si corre il rischio che chi guarda (sorattutto chi non conosce la città) , possa generalizzare.
Conosco bene il quartiere Sant’Elia perchè qui, per un breve periodo, ho fatto volontariato e devo dire che il film lo racconta in maniera molto veritiera Ed è proprio questo che non mi ha fatto star bene nel guardarlo considerato poi che le due protagoniste hanno l’età di mia figlia. Era inevitabile che da mamma di un’adolescente, mi soffermassi a pensare che cosa potessero provare le loro nel vederle e sentirle parlare in quel modo e inserite in quell’ambiente.
Ho comunque potuto apprezzare la recitazione di due brave attrici come Rosalba Piras e Maria Loi che già conoscevo dal teatro di prosa.
Se lo scopo di un regista è quello di suscitare emozioni e sensazioni, nel mio caso, Salvatore Mereu, c’è riuscito in pieno, perchè un film può , non solo far ridere e piangere, ma anche far scappare, e a me è successo questo. Ho rinunciato agli ultimi quadri del film uscendo prima dalla sala, perchè avevo bisogno di illudermi che fuori dal cinema fosse diverso da ciò che avevo appena visto, pur essendo cosciente che quella realtà esiste davvero a pochi chilometri da dove mi trovavo.
Emozionante. Solo una precisazione, Maria Loi, non Marina.
Rispondo ad Alessandra. Credo abbia fatto male a non vedere il finale che è molto bello perché mette un po di pace e anche gioia e speranza nelle famiglie e fra i personaggi. Non è chiudendo gli occhi che si cambiano le cose e Mereu ce li ha spalancati grazie a Sergio Atzeni. La cosa più bella è vedere che anche nel peggiore degrado sbocciano fiori, volano farfalle. Rivedilo anche solo per vedere il finale e non chiudere mai gli occhi. Un abbraccio….Marcella
Avevo messo in conto di farlo, magari con uno stato d’animo migliore di quello dell’altra sera. Hai ragione quando dici che nel peggior degrado sbocciano i fiori! Ho apprezzato il film di Mereu ma attendevo il finale in tempi più ristretti.
Sono orgoglioso che la Sardegna abbia fra i suoi numerosi e bravi artisti uno del livello di Salvatore Mereu. Lui parla della sua terra ma parla soprattutto di umanità. Un’umanità che evidentemente ama profondamente, nonostante il degrado, nonostante sia dimenticata soprattutto da quei politici che oggi si idignano nel giudicare il film, politici che anche se si dichiarano di sinistra si tengono ben lontani da quel quartiere ghetto e per quel quartiere non hanno mai fatto nulla ( a parte chiedere voti in cambio di bugie). Politici che guadagnano 15.000,00 euro al mese e che non hanno un briciolo di sensibilità per capire che Bellas Mariposas è una poesia, una carezza a tutta quella umanità molto più ricca di quelli che la temono.