Al Maggio Musicale Fiorentino  la storia si ripete eguale a ciò che il Lirico di Cagliari ormai, sta vivendo da anni: i dirigenti delle fondazioni che riversano sui lavoratori le colpe della malagestione licenziando, o sparando su di essi accusandoli di averci marciato. Siamo veramente all’esasperazione.Lo scopo principale, quello di fare cultura, sta diventando per i politici e dirigenti un fatto marginale.
Leggete di seguito questo articolo  pubblicato nel sito  della CGIL.

Via la sovrintendente dal Comunale
Maggio, i lavoratori decidono di “picchettare” il teatro per non farla entrare

IN QUEL teatro la direzione, almeno finchè la sovrintendente sarà Francesca Colombo, non dovrà più entrare. Lo ha deciso ieri l’assemblea dei lavoratori Cgil e Cisl, dopo i dieci licenziamenti firmati dal sindaco e presidente della Fondazione del Maggio, Matteo Renzi, il giorno di fine anno. I lavoratori, annunciano Paolo Aglietti e Angelo Betti, di Cgil e Cisl, picchetteranno le entrate. Pacificamente, preannunciano. Se cacciati se ne andranno, ma il giorno dopo torneranno. «Lo faremo – spiega Aglietti – per dare un segnale esplicito della distanza tra noi e la direzione che non è la sola responsabile della crisi ma che l’ha portata alle estreme conseguenze ostinandosi a considerare come unico problema i lavoratori ».

I sindacati chiedono immediatamente una nuova dirigenza. Considerano il commissario una iattura ma si capisce, dopo che Provincia e Regione lo hanno chiesto, che a questo punto preferirebbero anche questa soluzione estrema, purchè rinnegasse i licenziamenti, alla situazione attuale.

Sia Renzi che la Fondazione considerano invece i licenziamenti inevitabili dopo che i 45 esodi volontari previsti dall’accordo di luglio tra Fondazione, Comune, Provincia, Regione e sindacati si sono ridotti a 35. Ma i sindacati sono certi che un tentativo di risolvere con un supplemento di trattativa il problema avrebbe fruttato di più. Oltretutto, specificano, la Fondazione non ha tenuto fede ai suoi impegni nell’accordo, che erano di aumentare entrate e sponsorizzazioni. I lavoratori invece, dicono, la loro parte l’hanno fatta: «Hanno salvato il bilancio 2011 devolvendo una quota del loro tfr, hanno accettato la cassa integrazione per la prima volta in una Fondazione lirica, hanno tentato di ridurre in modo strutturale il costo del lavoro». Erano, fa i conti Aglietti, 383 dipendenti fissi e 96 tempi pieni equivalenti nel 2011, sarebbero, senza i 10 licenziamenti, 341 fissi e 78 equivalenti nel gennaio 2013 con un risparmio di tre milioni. Nel frattempo i dirigenti sono rimasti sempre 17.

La rottura è totale, come mai prima in una Fondazione lirica. Anche con il sindaco: «Si è reso responsabile di licenziare per risparmiare solo 470 mila euro di fronte a milioni di buco». Tra cui, si sottolinea, 6 milioni di debito per contributi mai pagati a lavoratori «che da quando due anni fa è arrivata Colombo non hanno mai avuto uno stipendio nei tempi regolari». I sindacati chiederanno a Comune, Provincia e Regione un consiglio congiunto in teatro e annunciano che i quattro sindacati nazionali di categoria porteranno a Firenze l’assemblea nazionale delle 14 Fondazioni liriche contro la proposta di regolamento del governo Monti.

«Firenze è un caso nazionale», sostengono reggendo lo striscione che dice come questa dirigenza non sia trasparente e dunque non debba amministrare denaro pubblico. Ci sono i licenziati (7 su 10 della Cgil) con la striscia rossa al braccio: «Combatteremo perché questi licenziamenti vengano ritirati», dichiara Silvano Ghisolfi mentre Marzia Lippi sottolinea: «Sono l’unica a tempo fisso che si occupa di trucco e parrucche e vogliono farmi fuori». Solo se i licenziamenti resteranno, allora i singoli lavoratori ricorreranno alle vie legali.

All’incontro con i sindacati partecipano anche i consiglieri comunali Ormella De Zordo (UnaltraCittà) e Cecilia Pezza (Pd bersaniano). «Il consiglio comunale aveva votato a luglio per la revoca dell’incarico a Colombo, Renzi lo ha ignorato – protesta De Zordo – Al prossimo consiglio chiederà al sindaco non solo ragione di questo ma anche se e come rispetta consiglio e città». Pezza lancia la proposta di redistribuire tra i lavoratori lo stipendio della sovrintendente ancora in vacanza in Africa nonostante il terremoto in teatro: 270 mila euro, ridotti a 230 mila solo per il 2011 in coincidenza con i versamenti del tfr da parte dei lavoratori, come da bilancio. Più il premio di risultato.

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