puntate precedenti
“Ale,  sarò io la prima tromba in Otello” mi dice Gnazio.
“Gnazio, anche tu!!”
Si proprio lui con la tromba in mano, lui che in teatro ricopre il ruolo di elettricista di palcoscenico sarà la prima tromba per l’Otello.
Ma guardandomi intorno scopro che anche la collega Elide (soprano) sarà il primo contrabasso, il collega Alessandro (basso) primo clarinetto, il collega Alberto (baritono) ai timpani, la collega Annalisa (soprano) al bassotuba; la collega Syren (mezzosoprano) ai piatti, il collega Antonio (addetto alla falegnameria) sarà il primo violoncello. Ovunque mi rigiri scopro che quasi tutte le prime parti sono ricoperte da colleghi del coro e dai tecnici
– “Scusa Gnazio,  ma tu sai chi dirigerà?”
– “Si certo, guarda lì”
Mi indica l’ingresso del palcoscenico da dove vedo entrare ridanciano, il mitico Gianni Morandi.
“No, nooo!! Io sto sognando. Non può essere vero!”
Beh, veramente anche in altri tempi abbiamo  avuto stranezze di questo tipo. Un tempo ricordo l’apertura di una stagione lirico-sinfonica con protagonista  Marco Carta. Sono scelte di marketing (a detta della dirigenza), per attirare pubblico. Quindi ne deduco che anche questa sia stata una scelta di marketing, azzeccatissima come la precedente.
Gianni Morandi è comunque un musicista. Si diplomò in contrabasso, anche se poi decise di proseguire la carriera di cantante di musica leggera.
Eccolo che mi viene incontro sorridente, e porgendomi una delle sue mani giganti, stringe la mia e mi guarda fissa negli occhi:
– “Signora faremo grandi cose in questo Otello!”
–          Come no! Ceertamente!” Gli rispondo. “Vedrà che sorprese!”
E senza perdere tempo, e soprattutto senza partitura sul leggio, solleva le braccia per dare il primo attacco. Non lascia neppure un attimo all’Orchesta per l’accordatura (beh, non ci sarebbe stato comunque bisogno)
Io mi posiziono e, ricordandomi la prima lezione di violino, comincio a tirare l’arco lentamente  su una nota a caso.
Ecco venir fuori una bell’accozzaglia di suoni. Guardo il viso del direttore aspettandomi un’espressione di spregio e invece vedo che non si scompone, anzi, sorride  e guardandoci uno per uno continua a muovere le mani come per un solfeggio da 4/4 dalla prima pagina del POLTRONIERI (per chi non è del mestiere, questo è uno dei primi testi di solfeggio che si adotta al conservatorio).
Nel sentire questo disastro, mi viene una ridarella irrefrenabile,  ma continuo imperterrita. La ridarella aumenta quando intravvedo dietro le quinte,appesi come dei trapezisti, alcuni colleghi dell’orchestra che tentano a fatica di allestire i faretti e le luci di palcoscenico: Fortunato, Francesca, Elio, Lello, Mariagrazia, Beatrice . Affaticati ma divertiti appesi nella loro imbragatura, ciondolanti, si passano da una mano all’altra le luci, nella speranza di fermarle nei punti stabiliti. Noto però con preoccupazione che sotto non vi è alcuna rete di protezione.
Ma ecco improvvisa un’illuminazione! Tempo fa, nei primi anni della mia carriera in teatro, ricordo che per uscire da un brutto momento di crisi, si allestì una stagione di musica contemporaneasperimentale, perchè questa, avrebbe portato dei finanziamenti straordinari diciamo abbondanti tali al punto da  coprire tutti i debiti di quel periodo.
Vuoi vedere che forse sono arrivata a capo di tutta questa pagliacciata?
Alla fine della prima pausa, per riprendermi dallo shock esco a prendere una boccata d’aria e con i colleghi cerchiamo di fare il punto della situazione. Anche loro concordano con me su questa ipotesi della musica sperimentale.  Ma mentre ci consultiamo, vediamo uscire dalla sala regia i due protagonisti di questo pseudo Otello. Gli andiamo incontro per capire se hanno notizie fresche di questo strano allestimento.
Otty ci racconta che il regista ha dato piena libertà di espressione e movimento a tutti gli artisti. Anche Giammelis, è divertito e  soddisfatto di questa esperienza soprattutto perché lavorare con un regista fantasioso ed eclettico come Nando Orfei non è roba da tutti i giorni.
Giammelis però ha avuto anche un lungo dialogo con lui  il quale gli ha raccontato di essere stato contattato dalla dirigenza per allestire un grande spettacolo, vario ed originale nel suo genere, che avrebbe rilanciato questo Teatro con una visibilità mondiale tale che finalmente tutti avrebbero parlato di noi.
“Caspita” chissà quanto si parlerà di noi in termini di serietà. Capisco che anche nei circhi si voglia migliorare la qualità del pubblico, ma ho come l’impressione che il pubblico se ha resistito fino a questo momento, decida definitivamente di chiudere ogni rapporto culturale con questa città.
Dopo i grandi fasti degli anni 2000, le tourneé in Europa , l’ultimo concerto del grande direttore, ecco finalmente il Teatro- Circo.
La trasformazione si sta attuando, un successo mondiale.
Aiuto, sto perdendo conoscenza!! Questa notizia mi ha sconvolto,  sembra che sul mio viso stia camminando un leone inseguito dal suo domatore.
Noooooo!!!!!! E’ il mio gatto Shiwon che riesce a svegliarmi da un incubo senza fine.
“Grazie micio mio!”
Per la prima volta non lo rimprovero per essersi infilato nella mia camera da letto.
p.s. A tutti i colleghi che in qualche modo avessero travisato la veridicità di questa storiella, comunico che qualunque riferimento a fatti e  personaggi è puramente casuale.

Oggi PRIMO APRILE 2013

 
 
 

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