A Cardedu, in Sardegna, è morta l’artista Maria Lai, tra le protagoniste dell‘arte contemporanea internazionale. Molte le opere proposte in tutto il mondo: di recente ha esposto a Miami, alla rassegna Pulse Projects, e fino al 27 aprile la nuova Galleria Morone, a Milano, ospita la mostra “Tracce di un dio distratto“.

La biografia – Nel novembre 2001 il Comitato del Premio Camera dei Deputati per il 150/o dell’Unità d’Italia ha scelto un’opera di Lai intitolata ‘Orme di leggi’.Ha vinto, secondo la giuria, perché la più adatta ad inserirsi nel contesto parlamentare (“per il simbolismo che evoca il processo legislativo di cui la Camera è protagonista”) per esser collocata nell’Aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari nell’apposito spazio alle spalle del banco della Presidenza. Tutto nel suo paese natale, circondato dai “tacchi” che si stagliano verso il cielo, parla di lei. Opere, installazioni: da “Legarsi alla montagna”, del 1981, performance di “Land Art” con le case del paese legate alle montagne con un tessuto celeste a “La scarpata”, “La strada del rito”, “Le capre cucite”, “Pastorello mattiniero con capretta”.

L’intreccio di fili e corde – Ognuna è una preziosa tappa di un percorso che come l’intreccio di fili e corde dei suoi telai si snoda fra tradizione e modernità fino al “Museo di Arte Contemporanea la Stazione dell’arte“, inaugurato a Ulassai nel 2006, dove sono custodite 140 sue opere.

Fu allieva dei maestri Arturo Martini e Alberto Viani all’Accademia di Belle Arti di Venezia.Dopo gli studi Lai approda a Roma e poi, negli anni ’80, quando e’ all’apice della carriera e del successo, arriva la scelta coraggiosa e che a tanti colleghi sembrata anacronistica, tornare in Sardegna. Maria Lai è riuscita a dare prestigio alla sua terra guadagnandosi la fama internazionale. Era una sperimentatrice di materiali: stoffe, fili, pane, carta, legno tela nel segno dell’armonia con i luoghi del suo territorio, le tradizioni, la natura e le sue architetture. www.tiscali.it

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