foto di Luca Murgia

Mancavano solo 10 giorni al 21 giugno quando la mia collega Giuliana me lo ha ricordato dicendomi se ero disposta ad imbarcarmi con lei nell’avventura dello scorso anno, quella per la Festa Europea della musica. Quest’anno avevo deciso di non impegnarmi perchè troppo stanca per riaffrontare questa fatica ma, per il mio teatro, il mio posto di lavoro,ormai sono disposta a quasi tutto, soprattutto se c’è da lottare per salvaguardarlo.

Non ci ho pensato due volte e le ho dato il mio assenso. Le ho sottolineato subito però che il tempo era troppo poco  per inoltrare le richieste di permesso . Ma lei, non mi ha neppure fatto finire: ci aveva già pensato e di lì a breve ci sarebbero arrivati i permessi richiesti.

Giuliana è una che sa il fatto suo, coordina e dà le direttive sapendo quello che fa. Siamo partite, ma quest’anno anche con qualche altro collega come Max e Annalisa con i quali sono bastate poche mail per capirci al volo. La prima cosa è stata quello di consultare i gruppi di colleghi che già avevano delle piccole formazioni autonome, con programmi per concerti già sperimentati: gruppi cameristici strumentali e vocali.

Max ha tenuto a precisare  che la giornata si agganciava sì, alla Festa della musica, ma per noi  sarebbe stata una manifestazione di protesta per i mancati finanziamenti , fondi necessari per continuare la programmazione e garantire la sopravvivenza del Teatro.

Ecco  pian piano arrivare le adesioni  dopo i primi contatti:  la coppia di tagueros, il ragazzi del musical amatoriale, il suonatore di Sitar, il cantanutore, la Jazzista, i danzatori indiani, attori ed attrici, tutti rigorosamente a titolo gratuito.

Volevamo che questa giornata fosse come un grande palcoscenico rivolto alla città, per la città, e non poteva avere costi.

Mentre Giuliana e Max contattavano le istituzione e coordinavano i gruppi, io cominciavo a lavorare sulla parte grafica e pubblicitaria: manifesti e volantini, la diffusione dell’evento su internet facendo conoscere al nostro potenziale pubblico in anteprima gli artisti che si sarebbero esibiti. Una campagna mediatica senza interruzione ma anche totalmente gratuita. Questa infatti è anche l’unica campagna pubblicitaria possibile che garantisce buoni risultati senza impegnare un centesimo.

Dopo una conferenza tenuta da alcuni sindacalisti e rappresentanti di altri teatri sulle problematiche dei teatri lirici italiani, la giornata ha avuto inizio.

I primi a goderne sono stati i bambini che, in un giro per il teatro sono rimasti affascinati davanti alle creazioni teatrali dell’attrezzeria, della sartoria, della falegnameria, della calzoleria. Sonia, nel condurli in questo percorso fiabesco, li aveva preparati ad un possibile incontro con alcune streghe del Macbeth.

Quest’incontro è avvenuto in sartoria e loro, i bambini, non hanno avuto per nulla paura anzi, una piccolina mi è venuta incontro e,guardandomi sotto la parrucca da strega mi ha gridato: “tu a me non mi fai paura!” Forte di ciò che aveva detto in precedenza la guida.Sono certa che questa bambina ricorderà la strega del Macbeth ed un giorno vorrà conoscerne la storia.

Intanto anche altri visitatori, capitati per caso in teatro  dopo aver letto un volantino trovato in un bar, domandavano di poter  fare una visita  dietro le quinte. Sono stati accontentati e quando sono andati via ringraziandoci, hanno confessato di non esserci mai entrati prima e che il tutto li aveva talmente entusiasmati che sarebbero rientrati al pomeriggio per gli spettacoli.

Alle 15,30, ora di ripresa dopo la pausa pranzo,  Giuliana, io, Max , Betta, Annalisa e qualcun altro eravam0 pronti per affrontare ancora il nostro amato pubblico, quello che in genere  siamo abiutati a vedere a qualche decina di metri dal palcoscenico.

Il pubblico  è arrivato pian piano, sempre più consistente, affollando gli spazi del foyer, dove si poteva ammirare l’esposizione dei costumi di scena realizzata dalle colleghe della sartoria, il teatro in miniatura realizzato invece dai colleghi della falegnameria.

Si è poi districato fra il foyer principale, quello di prima loggia, la hall,  per finire poi all’esterno, luogo in cui ci sono state le ultime performance degli artisti: i vocalist, il musical, la danza indiana, i tanghi, le attrici con la loro Sottile satira e poi, finalmente, tutti in platea per un gran finale dell’Orchestra e il Coro del Teatro Lirico di Cagliari, con un concerto verdiano diretto dal maestro Fabrizio Carminati che, prestandosi gratuitamente insieme al tenore Gabriele Mangione   al soprano Cristina Giannelli e al baritono Francesco Verna, ha  chiuso una giornata indimenticabile.

Durante tutto il concerto, sullo  sfondo, scorrevano le  immagini -video-documento che ho realizzato durante le nostre manifestazioni di protesta e fra queste, forse le ultime, dell’ incontro col  nostro Sindaco-presidente risalente al gennaio del 2012.

Due grandi emozioni però hanno siglato la chiusura dell’evento: Il pubblico si è alzato per cantare con noi l’inno italiano perchè, nonostante tutto, la nostra Italia vive, anche nel ricordo dei tanti geni -musicisti che l’hanno elevata a Patria del Bel canto nel mondo .

Il secondo momento è stato quello della solidarietà con i colleghi dell’Orchestra Nazionale Greca che in questi giorni hanno diffuso un video del loro ultimo concerto prima della chiusura definitiva. Il video, che ha fatto il giro del mondo, ci ha toccati tutti. Nessun abito da sera ma tante lacrime in quell’ultimo concerto  che chiude, dopo 75 anni, per mancanza di risorse economiche.  (clicca qui per il video).


YouTube Direkt

2 Responses

  1. Credo che sarebbe opportuno citare anche il baritono Francesco Verna, che ha partecipato al concerto e che ricordo ottimo Mercutio a Sassari !

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