E anche quest’anno  siamo arrivati alla fine. Ci stiamo lasciando alle spalle ancora un anno di lotte per  salvaguardare il nostro (i nostri ) teatri, la sopravvivenza. Manifestazioni contro chi  per anni ha sperperato alle nostre spalle facendosi grande col nostro lavoro e lasciando debiti che ahimè stiamo pagando di tasca nostra.

E pensare che ci sono politici che si permettono di darci dei “fannulloni” aggiungendo frasi come: “andate a lavorare in miniera, a spalare, a tagliare legna, a lavorare nelle fabbriche!” Tengo a sottolineare che in un teatro non esistono solo artisti e  professori d’orchestra (se questo può dar fastidio a qualcuno), ma anche tecnici, operai, elettricisti, fabbri, sarti, fonici, falegnami, truccatori ,parrucchieri,  che hanno famiglie da mantenere esattamente come tutti i lavoratori del mondo.

Quest’anno voglio dedicare i miei auguri di Buon Anno Nuovo proprio ai colleghi che non hanno la gratificazione degli applausi ma che lavorano anch’essi faticosamente per la buona riuscita di uno spettacolo.

Speriamo davvero che l’anno nuovo porti finalmente serenità alle famiglie di chi lavora nei teatri. In tanti pensano che il nostro non sia un lavoro solo perchè facciamo ciò che ci piace. E’ un lavoro, credetemi! E’ un lavoro bello ma che come tutti i mestieri e le professioni è faticoso, e rischioso.

Chiedo ai politici vecchi e  a quelli che verranno che si mettano una mano sulla coscienza e si ricordino che i teatri generano pane per le menti,  e le menti ricche sono il progresso di un paese.

Auguri di cuore a tutti i colleghi di tutti i settori dei Teatri Lirici e di Prosa della nostra bella Italia.