E’ notizia di qualche ora fa la dipartita del grande attore italiano Arnoldo Foà. Impossibile non tornare indietro nel tempo e ricordarlo l’anno in cui lo vidi per la prima volta ed ebbi poi la fortuna di conoscerlo personalmente. Lui faceva parte di quella serie di attori che hanno acquisito popolarità grazie alla TV, quando le fiction di allora si chiamavano sceneggiati, (i primi della storia della TV) e gli interpreti erano già grandi attori provenienti dal teatro o dal grande schermo.

Arnoldo Foà venne a Cagliari diverse volte. Ma io lo conobbi la prima volta quale interprete  del poema sinfonico Ivan il terribile di Prokofiev che prevedeva delle voci recitanti. Era il 1986 . Ricordo che arrivò in compagnia di un altro attore, Massimo Giuliani.  Alla prima prova del concerto, un collega si alzò e disse a voce alta che eravamo onorati di avere fra noi un attore di quella portata.

Foà era uno degli attori protagonisti della mia infanzia televisiva. Erano gli anni 60, e i bambini avevano come unico passatempo la TV dei ragazzi in cui Foà era spesso interprete, impossibile non ricordare La freccia Nera.

Andammo in tournèe in vari centri della Sardegna e in particolare ricordo che durante una passeggiata ad Alghero era attratto dalle belle gioiellerie che esponevano il corallo.

Tornò in Sardegna l’anno successivo in occasione di una stagione lirica. Fece la sua prima regia dell’opera Otello di Giuseppe Verdi. Ci accorgemmo subito che non era esperto di questo  genere teatrale. Più che altro ci rendemmo conto che non aveva dimestichezza  con la musica e con le suddivisioni vocali della massa corale. Nonostante ciò , grazie alla sua esperienza, riuscì a montare uno spettacolo più che dignitoso.

Alloggiava in un residence che si trovava a quasi un chilometro di distanza dal teatro e lì vicino abitava anche una collega. Un giorno andai a prenderla per recarci insieme a lavoro e, dentro ad un bar lì accanto lo incontrammo. Ci riconobbe come artiste del coro e ci invitò la colazione. Poi gli domandai   se aveva bisogno di un passaggio e lui accettò volentieri.  Mi giustificai per le dimensioni della mia macchina (all’epoca avevo una 126).  Quando entrò mi chiese di non aprire il finestrino in quanto era leggermente raffreddato ma soprattutto se poteva fumare la sua pipa . Io naturalmente non mi opposi,   ma inutile dire che all’interno di quell’auto si era creata una piccola camera a gas che mi stava facendo quasi svenire.  Una situazione fantozziana!!

Lo ricordo molto galante e soprattutto ancora molto sensibile al fascino femminile nonostante l’età già avanzata.

Gli sceneggiati che ricordo con lui protagonista: “Capitan Fracassa”, “Le cinque giornate di Milano”, “La freccia nera”, “L’isola del tesoro”, “Il giornalino di Giamburrasca”, “David Copperfield”, “I racconti del Maresciallo”, “Il cugino americano”, “Nostromo” (trasmesso con successo in tutto il mondo) e più recentemente “Fine secolo”e “Il Papa buono”.

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