Franco Scaglia (scrittore, ex presidente del teatro di Roma) al Sindaco Marino su Radio 24: “Torni a fare il chirurgo e ci lasci in pace. Marino non usi bisturi su orchestra” . “Dal punto di vista culturale Roma è penosa”
” Ero presidente del teatro di Roma. A dicembre sono stato il primo ad andarmene, mi sono dimesso perché con il Sindaco Marino era impraticabile qualsiasi tipo di rapporto intellettuale e umano e professionale. Si è lasciato sfuggire un’eccellenza come Gabriele Lavia, un’altra eccellenza come Riccardo Muti e mi pare che il bilancio di questo Sindaco dal punto di vista culturale sia piuttosto scarso. Mi dicono, perché non l’ho mai conosciuto, che sia un bravo chirurgo, io gli consiglierei di usare bene il bisturi per i suoi pazienti e so che opera bene, ma i bisturi con le orchestre, non si possono usare. Le orchestre sono, con tutti i difetti, la sindacalizzazione, diciamo qualsiasi cosa… un’orchestra è un corpo e un anima e non lo spacchi. Nel momento in cui ci metti il bisturi, l’orchestra è morta. Cosi Franco Scaglia, scrittore, ex presidente del teatro di Roma e ex dirigente Rai, intervistato da Armando Torno nel programma di Radio 24 Che Musica Maestro, in onda domenica sera alle 21.” Le prove muscolari sono folli. Cioè prendi e cacci tutta questa gente, avranno le loro colpe, ma perché una prova muscolare di questo genere? Non la capisco. Non capisco il sovraintendente Fuortes il quale è un signore che ha anche due incarichi, tornasse al suo primo incarico che lo faceva tanto bene. Perché? E’ bulimico? Ha voluto prendersi pure l’Opera? Tra l’altro ho letto che a dicembre lui va via quindi caccia l’orchestra e se ne torna da un’altra parte. – continua Scaglia come un fiume in piena a Radio 24 – Un’operazione di questo genere, che io posso immaginare che avranno avuto mille problemi, sindacati, cose, eccetera… distruggi un teatro. Che significa esternalizzazione di un’orchestra? Sono quei vocaboli in politichese, in sindacalese, non lo so, assolutamente insopportabili. Il sindaco Marino, se ne vada. Accetti il consiglio di un cittadino, vada a fare il chirurgo e non distrugga la città perché l’ha già distrutta, dal punto di vista culturale Roma è penosa. Ma è un caso unico perché è illogico. I problemi si affrontano. Io appartengo a un mondo magari un po’ antico, ma dove si discuteva, se no è la guerra. Cioè ma che senso ha tutto questo? I nemici ci sono per discuterci. Col nemico si discute, sennò non sarebbe il nemico. Col nemico si tratta, col nemico si cerca di fare la pace, fino al massimo. Tutto questo a cosa porta? Che Roma sta morendo, i teatri a Roma sono in una situazione catastrofica, pochi abbonamenti, situazioni difficili, io non so che cosa sia successo in questa città. So che comunque, da quando c’è questo sindaco il precipizio è totale. Allora ripeto, da cittadino, caro sindaco lei è una persona perbene, so che è una persona perbene ma non tutte le persone perbene possono fare in sindaco. Torni a fare il chirurgo e ci lasci in pace.”

Condivido tutte le Sue parole anche se, mancando orgoglio e dignità, dubito che possano essere ascoltate. Su un punto però non sono d’accordo: se il nostro sindaco fosse stato veramente un grande chirurgo non avrebbe sentito la necessità di appartenere ad un partito politico cercando d’infilarsi in un percorso molto lontano dalle sue competenze. Ho il diritto di pensare che sia comunque una persona pericolosa.