Tante storie nella memoria di una città, correva l’anno 1956
In via Dante: tra Vespa e Lambretta viaggia la storia a due ruote

Mario Salis

Le foto datate, come questa in esame, con l’innato fascino del bianco e nero, se da un lato immortalano con nitidezza sorprendente i soggetti in primo piano, lasciano nella dissolvenza del loro sfondo suggestivo, interrogativi e dubbi non sempre facili da sciogliere. Legittima quindi, la domanda dell’amico Efisio Manca che quanto me, cerca di capire dove è stata scattata ed in quale occasione. Impresa ardua e non agevole, nel flusso incontrollato e talvolta approssimativo della rete al pari delle didascalie che vi compaiono.
Diciamo che nella fattispecie concreta siamo stati fortunati, soprattutto quando ci si può avvalere della profonda amicizia di una persona competente e precisa come Valeriano Cinquini, di cui senza alcuna remora, confesso di invidiargli doti innate di autentica giovinezza nel conservare come tali animo e spirito insieme ad una memoria a dir poco digitale. Apriamo così le virgolette per le illuminanti sue delucidazioni:

“Per quanto riguarda l’immagine che mi mandi ti dico subito che si tratta della riproduzione di una mia foto. E’ stata scattata in via Dante il 6 maggio 1956 in occasione della sfilata di oltre 800 Vespisti convenuti a Cagliari da tutta la Sardegna per la II^ Giornata Nazionale della Vespa organizzata dal Vespa Club d’Italia in ogni capoluogo di regione e, per la nostra Isola, dal Vespa Club Cagliari (costituitosi neanche due mesi prima ) del quale sono stato uno dei fautori e promotori, nonché primo Segretario, sino al 1958.
Nella foto:
la prima coppia a sinistra è costituita da Carlo Ricci (diverrà professore universitario, Dantista (via Dante un curioso dettaglio premonitore n.d.r.) di fama e coautore di una “Storia ed Antologia della Letteratura Italiana” assieme a Carlo Salinari) e dalla sorella; la seconda coppia: due vespisti di Quartu, la terza: io con la mia futura moglie Lorenza. La didascalia 1955 è quindi da considerarsi completamente errata.
Leggendo il tuo trafiletto ho notato che scrivi della Lambretta come nata nel 1950. Mi ricordo che nel ’48 o ’49 a Nuoro ne vidi una, una specie di scheletro metallico a due ruote. Per le Vespe: le “faro basso” erano quelle di cilindrata 125 (come la mia) mentre quelle con il faro al manubrio erano le 150.
Se posso esserti ancora utile sull’argomento, non solo ho “reperti storici” ma ho iniziato a pubblicare il racconto delle nostre gite del tempo, sul sito del V.C. Cagliari. Un caro saluto Valeriano”

La prima Lambretta 125A è del 1947, a progettarla due ingegneri aeronautici Pier Luigi Torre ideatore dei motori degli idrovolanti Savoia Marchetti S55A della trasvolata atlantica di Italo Balbo e di Cesare Pallavicino già della Breda. Del resto anche l’Ing. Corradino D’Ascanio padre della Vespa, nel 1946 si occupava anche lui di aerei, anzi già nel 1925 del prototipo di un elicottero. Ecco perché quelle due ruote furono semplicemente geniali.

Come accade in questi casi una domanda tira l’altra, come il caso della foto sul raduno delle Lambrette ancora da identificare. Saremo altrettanto fortunati? Prendiamoci una pausa, far viaggiare contemporaneamente Vespe e Lambrette non è l’ideale anche se l’antica e benevola ruggine è un lontano ricordo mentre quella vera è definitivamente debellata negli splenditi restauri degli appassionati, che ancora oggi si possono ammirare.

Momenti di vita vissuta e di uno spaccato della società industriale italiana, paradossalmente più florida, anche se appena uscita dal cataclisma bellico. Capaci comunque di generare fatti di costume, da riempire il mondo del rotocalco e di vita quotidiana. I paragoni sono sempre dolorosi ed antipatici come di questi tempi, meglio una gita in vespa fuori porta, ma anche in Lambretta, affinché alcuno non se ne abbia a male.

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