di Andrea Schinardi

E’ come se mi avessero tolto un braccio. Sento la sua  Assenza  dentro di me.
Quando ero bambino, all’età di 12 anni, sembrava che la Musica fosse –Beatles– e poco altro. Sapevo i loro dischi a memoria, elencavo la successione dei brani, sapevo cantare su ogni voce del coro. Poi un giorno Papà tornò a casa con una bobina.
Inserimmo il nastro nel “Revox” e partì qualcosa di assolutamente Alieno: §Tarkus§. L’abbrivio corale di un accordo evidentemente fuori dalla portata delle mie orecchie (assuefatte ai “giretti armonici di canzonette”) mi suggeriva una aspettativa, come dire “E adesso che succede?”. Succede che parte un -meccanismo- che sembra muovere la Musica. L’arpeggio suonato all’Hammond è trascendentale. Il resto è Musica Classica.
Da quel giorno Lui, Loro  Emerson Lake & Palmer  mi entrarono nel sangue.
Tecnicamente incomparabili a nessuno nel campo musicale di allora, sebbene magari altri gruppi fossero altrettanto noti ma commerciali, Loro erano e sono una spanna sopra.
Le loro composizioni andavano ben oltre il semplice concetto di Brano che, gli altri, per necessità, per creatività, non riuscivano ad estendere oltre un Tema, una/due Varianti e Chiusura che quasi sempre ripeteva il Tema.
Ho potuto leggere i loro spartiti, non tanto per imparare a suonarli, cosa per me quasi impossibile a parte alcuni, quanto per identificare gli Accordi con cui si tessono le Melodie.
E’ evidente una profonda conoscenza Classica, una profonda conoscenza della costruzione Armonica che si evince dalla complessità di Accordi quasi mai “puri” ma soprattutto distanti dalla inevitabile aspettativa di un orecchio musicale “banale”.
Non ho trovato riscontri, posso presumere arrivi da Prokofiev, dove è stato possibile suonare -naturalmente- il Do maggiore e poi il Fa# ovvero due tonalità diametralmente opposte, insospettabili di sentire assieme.
Se un Gruppo musicale si assume la responsabilità di proporsi al mercato discografico con il primo album e decide che il primo brano è un Arrangiamento di “Allegro Barbaro” di Bela Bartok (brano per Pianoforte solo) il cui “solo” finale  vale l’Album, allora la intelligenza dei musicisti va ben oltre le aspettative, ben oltre ciò che, intanto, tutto il resto sembra sia eccezionale che, tuttavia, a confronto, è banale.
Mi frullano le -pale- quando ancora sento gente identificare il Genio Keith Emerson a quello -spicciolo di mancia- di brano “Honky Train Blues” che forse nemmeno Keith sospettava potesse diventare la sua “icona” (andò a fuoco la sua casa e Lui riuscì a salvare alcuni nastri fra cui questo brano. Con gli incassi che arrivarono dalle vendite virali, si comprò la casa nuova). La sua tecnica pianistica, la sua creatività, gli hanno fatto scrivere ben altre composizioni e addirittura il “Concerto per Pianoforte e Orchestra” che, oggi, viene eseguito nelle sale da Concerto.
In Giappone, i bambini, imparano a suonare le sue Musiche.
Se io oggi posso suonare un pochino, eseguire, arrangiare, comporre, sebbene comunque non sappia leggere e scrivere le note (ma scrivendo “note” su un foglio a quadretti), lo devo a Lui.
Ammiro, stimo, comprendo, la persona che sceglie il Suicidio.
Che fosse mancato, dopo averlo appreso dalle notifiche, mi ha devastato.
Poi, ho appreso che si è suicidato. E allora sono entrato in ansia, in aritmia, una commozione implosa, che subito mi ha restituito il valore della §Assenza§ dentro di me.
Io sono uno dei privilegiati ad averlo visto in Concerto addirittura due volte. A Roma, 20 novembre 1992, ero seduto a 30 metri da Lui. Vederlo suonare con la postura a “T” mentre non si cura nemmeno di guardare le tastiere, non ha prezzo e diventa un valore aggiunto alla vita.
Non ci sono eredi, non ci sono bimbi-minkia che, per sbaglio, oppure perché il padre s’inventi di impostarlo a dovere, possano raccogliere il Patrimonio musicale di Keith.
La mia discografia, fra vinili 33-45, cd. CDshm, oggi ha un valore enorme.
Sarebbe bello che da questa §Assenza§ improvvisa, oggi molte persone riuscissero a dedicarsi a questa Musica per capire davvero la autentica superiorità, il grande spessore, la originalità che si distingue dall’altro banale comune.
Grazie mio Keith. A presto.
Andrea Schinardi
 
 

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