Ho letto con molto interesse le interviste che Leo Nucci ha rilasciato a diverse testate giornalistiche in occasione delle sue cinquecento e passa repliche dell’opera lirica Il Rigoletto. Lui ormai è diventato un’icona per tanti giovani cantanti, sia per l’età non più adolescenziale che lo porta ancora sui palcoscenici più importanti del mondo, e sia per la sua grande professionalità. Non concordo però con lui sul fatto che non vi siano giovani eredi. Ci sono tante belle voci nel nuovo panorama lirico, e c’e n’è tantissime anche tra i giovani studenti. Fra questi ultimi però manca la pazienza, la pazienza di costruire e rafforzare la tecnica vocale mattone su mattone, affinchè si possa così debuttare sicuri.
Se Leo Nucci ha ancora la fortuna di cantare, lo deve soprattutto alla tecnica ferrea che gli permette di guardare sempre avanti con tranquillità.
Molti giovani dotati di grandi qualità vocali e musicali, non vedono l’ora di debuttare e spesso dopo pochi anni di studio si buttano a fare audizioni senza conoscere i rischi cui vanno incontro. Davanti al primo ostacolo crollano come una piantina senza radici. E non parlo solo di ostacoli materiali ma soprattutto psicologici, i peggiori.
Il mio consiglio quindi è quello di avere molta pazienza, di studiare costantemente poco, ma tutti i giorni. Il canto è uno strumento delicato che deve forgiarsi lentamente. Vengono da me ragazzi a farsi audizionare dicendomi che studiano anche tre ore al giorno. Non serve la quantità ma la qualità regolare. Quando durante la lezione si è ottenuto un nuovo risultato, nei giorni successivi si deve lavorare affinchè quel risultato diventi sicuro. Poi, sempre con molta pazienza, si deve costruire un repertorio vario di brani da camera e d’opera facendo attenzione a scegliere quelli più consoni alla propria voce . Quando tutto questo bagaglio diventa una bella valigia solida si comincia a partire per le audizioni e i concorsi dove si avrà l’opportunità di un confronto con altri giovani artisti e altri insegnanti .
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