DOMENICO BALZANI UN GAUDENZIO DI QUALITA’ A PARIGI

Intervista di Rino Alessi

Sardo di origine, è nato ad Alghero, Domenico Balzani vive ormai da qualche tempo in Friuli, dove ha messo famiglia e insegna al Conservatorio di Udine. Nel 1992 ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Politiche ed Economiche presso l’Università di Sassari e nel 1993 il Diploma in Cantopresso il Conservatorio di Verona. La sua attività è molteplice. “Non si può vivere di poche cose” racconta il baritono, reduce da un bel successo al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi dove ha aggiunto un nuovo personaggio alla sua già nutrita galleria d’interpretazioni. E’ stato Gaudenzio ne Il Signor Bruschino di Rossini sotto la direzione di Enrique Mazzola e accanto a un grande artista come Alessandro Corbelli.

“Mi hanno chiamato all’ultimo momento per sostituire Markus Werba” racconta ancora. “A Parigi avevo avuto molto successo la stagione passata con Taddeo ne L’Italiana in Algeri, e per questo che si sono rivolti a me. Non conoscevo il ruolo, che è impervio con agilità spaventose nell’aria. Ma l’ho fatto. Ero agli inizi quando venni a Trieste per fare Bruschino in uno spettacolo dedicato al pubblico delle scuole che Giulio Ciabatti mise in scena alla Sala Tripcovich. Fui premiato come migliore voce giovane della stagione dagli Amici della Lirica…”.

Al Teatro Verdi Balzani è reduce da un altro salvataggio in extremis nei Pescatori di perle di Bizet. “Lì ho avuto ancora meno tempo per preparare il personaggio di Zurga, quattro giorni. Ma non c’è problema, se hai il mestiere lo puoi fare. Certo, sono dovuto venire a patti con il francese, che non parlo, ma il risultato è stato professionale.”. Ora Balzani è atteso a Klagenfurt per La Traviata, poi sarà a Trieste per i Carmina Burana di Orff e per Il Trovatore e “C’è un nuovo progetto con Parigi…”. Nel frattempo si divide tra le lezioni al Conservatorio Tomadini, le attività di Assolirica di cui è anima e vicepresidente e con cui si batte per tutelare i diritti degli artisti nell’ambito della nuova legge sullo spettacolo dal vivo, e ancora le attività del Colap che si occupa di coordinare il lavoro delle associazioni professionali. Come se non bastasse, sta per uscire con un libro sul project management nell’opera lirica presso Aracne e si occupa delle due bambine che vanno seguite: “Guai però se non ci fosse mia moglie…”.
Parliamo di Rossini: è stato bello collaborare con Corbelli? “Non lo conoscevo, ma nel 1993 era presente al saggio del mio diploma a Verona e mi diede dei consigli. Ora che ci siamo rivisti se n’è ricordato. Mi ha fatto piacere. E’ un punto di riferimento tra i baritoni in questi ultimi trent’anni per classe, stile. Un cantante di qualità molto alta.”. E’ importante l’attività di Assolirica? “Lo è. I cantanti non lo vogliono capire e non si associano. Ma i direttori di teatro e gli altri addetti ai lavori lo stanno capendo perché noi artisti lirici lavoriamo gratuitamente durante le prove, che sono sempre più impegnative, e senza tutela assicurativa. In pratica lavoriamo fuori legge come ho spiegato nell’audizione al Senato di qualche mese fa…”.
Il Signor Bruschino au Théâtre des Champs-Elysées : Il Signor Quiproquo !

Por Anne-Laure Faubert, 19 junio 2017

Dernier des cinq opéras en un acte commandés au jeune Rossini et créé en 1813, Il Signor Bruschino reprend les différents ingrédients de la farsa giocosa, et offre une soirée truculente aux spectateurs, malgré l’absence de mise en scène. Se retrouvent en effet dans cet opéra tous les ingrédients qui font le succès du compositeur : une intrigue à la fois complexe et compréhensible, des personnages stéréotypés et une musique alternant beau chant, crescendos et scènes d’ensemble.

Enrique Mazzola © ONDIF | Eric Garault

Enrique Mazzola
© ONDIF | Eric Garault
L’intrigue est une succession de quiproquos et de manigances où deux amants, Sofia et Florville, tentent de forcer le destin, en l’occurrence le père de la jeune fille qui refuse l’union de sa fille. Florville se fait donc passer pour le fils du Signor Bruschino. S’ensuivent de savoureuses scènes de quiproquos magnifiquement interprétés par les chanteurs, mais aussi le chef d’orchestre qui devient alors le confident de leurs projets.

 Sous la direction précise et vigoureuse d’Enrique Mazzola qui semble sculpter la musique pour mieux en faire ressortir les aspérités, l’orchestre national d’Ile-de-France, malgré son effectif réduit, fait ressortir dès les premières notes le côté comique de l’opéra, tout en montrant un plaisir gourmand à jouer cette musique légère et chatoyante. Les airs virtuoses sont soutenus par l’orchestre, tout comme le magnifique solo de hautbois qui introduit l’air de Sofia.

Le plateau vocal est dominé par Alessandro Corbelli, incarnant Il Signor Bruschino, qui dès son entrée scande avec sa canne les coups d’archet des musiciens sur leurs pupitres. S’il répète inlassablement qu’il fait chaud, « Oh, che caldo ! », il projette sa voix sans effort pour épouser les différentes étapes de son rôle. Cajolé puis rejeté par Sofia, ridiculisé par celui qui se fait passer pour son fils et par Gaudenzio, puis tenant sa revanche quand il comprend la situation, il est à la fois drôle et émouvant et livre un jeu d’une grande finesse et une voix d’une grande profondeur.

Face à lui, Domenico Balzani interprète un Gaudenzio sûr de lui et dont le timbre et les intonations comiques évitent de sombrer dans la vulgarité. Son air sur la tendresse paternelle s’avère profondément touchant.

Chantal Santon-Jeffery nous livre une Sofia dont la voix s’affirme au fur et à mesure. Si les aigus sont parfois voilés, son timbre coloré, sa prononciation précise, ses vocalises maitrisées et projetées ainsi que sa présence scénique – truculente scène où elle tente d’amadouer Il Signor Bruschino – en font l’un des personnages principaux de cette soirée. Son « Ah donate il caro sposo » est particulièrement réussi.

Maxim Mironov nous livre un Florville tout en nuances et dont la voix s’affirme au long de la soirée. Doté d’un timbre particulier, d’un phrasé délicat et d’une voix claire, il s’impose progressivement face à son potentiel beau-père et son prétendu père.

Enfin, Sophie Pondjiclis livre une Marianna effrontée et insolente, Christian Senn un Filiberto adroit et rusé, Tomasz Kumiega un commissaire trop sûr de lui et peu efficace et Joao Pedro Cabral un Bruschino fils apeuré par la colère paternelle.

Cette soirée où l’on rit beaucoup et où règnent les quiproquos et les scènes burlesques, dans la droite ligne de Beaumarchais, doit sa réussite en grand partie à l’engagement scénique et vocal de tous.

FONTE: https://bachtrack.com

 

 

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