Il primo maggio Cagliari e i cagliaritani devono sciogliere il voto verso Sant’Efisio.
Il primo maggio 1943 in una città bombardata e con i suoi superstiti nei rifugi , Cagliari riuscì a non interrompere la secolare tradizione e riuscì a sciogliere il voto affidando il nostro Santo ad un camioncino che percorse le strade piene di macerie.
L’occhio esperto della cinepresa di Marino Cao immortalò tutto il percorso. Quel camioncino, passato alla storia di Cagliari, era di Giannetto Gorini e fu solo alla sua devozione e disponibilità che l’evento si svolse. Fornì l’automezzo, vi mise alla guida il fido Giovanni Vargiu, coinvolse il figlio Puppo Gorini .
Questo primo maggio 2020 siamo nuovamente in guerra. Come nel 1943 siamo tutti chiusi nel nuovo rifugio del secolo: la nostra casa. Oggi come allora l a processione nel suo inerario tradizionale, con i suoi costumi, con i suoi miliziani e con le sue ali di folla non è fattibile per questo incubo coronavirus. Ma il voto si deve sciogliere. Sta prendendo consistenza una proposta che vorrebbe il ripetersi della formula del 1943: un camioncino con cassone scoperto con il Santo sistemato nel cassone. Un camioncino che percorre le vie della città deserta e consente ai cagliaritani dai balconi delle loro case di pregare il santo perché questa epidemia finisca.
Mi si consenta un atto filiale, del quale spero essere scusato, proponendo che si ripeta anche nei dettagli quanto avvenne allora. . Nel ricordo di mio padre, uno degli artefici di quel 1943, avanzo una candidatura per la guida del Camioncino con Sant’Efisio: mio figlio, il nipote di quel Giannetto Gorini , l’auttale Giannetto Gorini.
Gesualdo Gorini