Sebastiana Aru Atzori al centro, con i genitori e la sorellina minore

Mai come questo anno sento la nostalgia dei ricordi di mia madre. Non riesco ancora a credere che non è più tra noi fisicamente anche se la sento sempre accanto a me. Ogni anno in questo periodo ci raccontava il Natale della  sua infanzia. Un ricordo che ha poi raccontato nel suo libro libro.

Bonariamente la rimproveravamo perchè le dicevamo che questa storia ormai la conoscevamo  a memoria ma lei diceva che il ricordo era sempre vivo ed era giusto che noi sapessimo come anche con poco lei era felice. Fino all’ultimo, lo scorso Natale compreso, ha sempre preparato il presepe e l’albero con le sue mani.

Ho voluto trarre dal suo libro  uno stralcio che riguarda il suo Natale .

“Il giorno di Natale, ci recavamo in chiesa per partecipare alla Santa Messa, in cui il sacerdote faceva rivivere la storia di Gesù: dall’Annunciazione alla sua nascita nella grotta di Betlemme, per la salvezza del mondo.
Io restavo trasognata davanti agli addobbi e alle luci del Presepe che spaziava in tante scenette: il pastore nell’ovile col suo gregge, la massaia che lava il bucato, il falegname che lavora il legno, il contadino che attinge l’acqua al pozzo e così via.
Tutto mi incantava anche se non recepivo pienamente il messaggio evangelico.
All’ora del pranzo tutta la famiglia si riuniva intorno alla mensa, imbandita con la tovaglia rossa, le stoviglie di porcellana e i bicchieri di cristallo, regali di nozze dei miei genitori. Tra le diverse portate non mancava l’agnello arrosto e per noi bambini la pecorella di pane con l’uovo sodo incorporato.
La sera si giocava con la trottolina in legno che aveva stampato sui lati i simboli T, M, N,: Tottu, Mesu, Nudda (tutto, metà, nulla). I premi che si potevano vincere a seconda della posizione in cui cadeva , erano una manciata di noccioline, mandorle, castagne.
I regali arrivavano con l’Epifania.
Alla vigilia scrivevo la letterina elencando i balocchi desiderati, ma purtroppo non trovavo mai ciò che chiedevo. Mi si diceva che la befana era povera e non poteva offrirmi altro che una bambola di pezza, una tombola o un libro.
Ricordo che il mio libro preferito era “Cuore” di De Amicis, di cui la mamma leggeva qualche pagina ogni sera, evidenziando l’amore per il compagno povero, la solidarietà sociale, il rispetto per la scuola e il maestro.”

Sebastiana Aru Atzori classe 1927

 

One response

  1. Bellissimi ricordi. Il libro da cui è tratto il brano s’intitola “Una nonna ricorda”edito da Gasperini Editore.

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