Clara Josephine Wieck era una bambina prodigio. Suo padre la incoraggiò a studiare pianoforte dall’età di cinque anni e nel 1835 era già famosa in tutta Europa come piccolo genio.
La sua vita cambiò nel 1830, quando il ventenne Robert Schumann iniziò a prendere lezioni di pianoforte in casa Wieck. Clara si innamorò ben presto di Robert, ma la relazione fu osteggiata dal padre di lei, che forse si era accorto delle fragilità psicologiche dell’uomo.
Clara e Robert riuscirono a sposarsi nel 1840, quando lei compì 21 anni. Per i primi anni tutto andò bene, poi le frequenti amnesie di Robert, i suoi disturbi nervosi e la sua instabilità si aggravarono finché, nel 1854, il musicista fu ricoverato nel manicomio di Endenich, a Bonn, dove morì due anni dopo. È dal ricovero di Robert che cominciano i guai di Clara.
Rimasta sola a dover mantenere i 7 figli, si accollò un’enorme quantità di lavoro. Nel 1854 inanellò ben 22 concerti europei in appena due mesi, negli anni successivi non si risparmiò. E ben presto il suo corpo le chiese un conto salato: Clara cominciò ad accusare dolori fortissimi soprattutto al braccio sinistro. Spesso non riusciva a dormire, annullò diversi concerti, le cure a base di oppio e l’immobilità non le giovarono, perché dopo poco tempo i dolori ritornavano.
Le cure migliorarono il suo quadro clinico, ma comunque venne diminuita l’attività concertistica e vennero tolti dal suo repertorio i pezzi più impegnativi fisicamente, tra cui il primo e il secondo concerto per pianoforte di Brahms, che la lasciavano stremata.
Venne colpita da un ictus il 26 marzo 1896, e morì il successivo 20 maggio all’età di 77 anni.