di Don Raimondo Mameli

Amare qualcuno è dirgli: tu non morirai”, come diceva Gabriel Marcel. Con questa frase vorrei dirvi perché ho scelto di dirigere L’Orfeo di Claudio Monteverdi al Festival di Allai (OR) di quest’anno (19 agosto, ore 22, Ponte romano).

Il mito di Orfeo mostra questa esigenza di amare, di donarsi, di perdersi per ritrovare e ritrovarsi, questo anelito di vita oltre la morte. Nella coerenza interna del mito, una realtà secondaria che ha dei suoi elementi interni di verità, si riverbera quel desiderio di pienezza, di amore e vita eterna che c’è nel cuore di ogni uomo. Amore, in fondo, è a-mors, senza morte. L’amore vero si ribella alla logica del consumo, dell’egoismo, della contingenza. L’amore vero anela a un “per sempre”. Tutto questo è benedetto nel matrimonio cristiano. Ma anche il desiderio di non morire, che è l’auspicio che accompagna ogni amore, trova la sua risposta nella Risurrezione di Cristo. Nel Vangelo di S. Giovanni, 12, 24-26, si legge: “In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà“.

L’Orfeo
Favola in Musica
di Claudio Monteverdi
su libretto di Alessandro Striggio
Selezione di brani in forma di concerto
con Federica Cubeddu – soprano
Alice Madeddu – soprano
Manuel Cossu – baritono
Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt”
maestro concertatore e direttore Raimondo Mameli
Personaggi e interpreti:
La Musica – Federica Cubeddu
Orfeo – Manuel Cossu
Euridice – Alice Madeddu

Il IV Festival “Palcoscenici d’Estate” ad Allai (OR) prosegue fino a sabato 20 agosto con un fitto carnet di appuntamenti fra teatro, musica e eventi letterari:

Una riflessione sul presente e sul futuro giovedì 18 agosto alle 21.00 in piazza Santo Isidoro con la presentazione di Parlamento Mondiale. Perché l’umanità sopravviva: intervengono insieme all’autore, l’ex politico, attivista e scrittore Mario Capanna, il giornalista Mauro Pili (caporedattore de L’Unione Sarda) e l’editore Giuseppe Barile – coordina l’incontro Mario Sechi. «Il mondo sta bruciando: va in rovina e le cause sono molteplici (mutamenti climatici, guerre, migrazioni, epidemie…)» e il compito di evitare il disastro e ristabilire i confini etici spetta (o spetterebbe) alla politica…

Si ispira a “Delirious New York” dell’architetto danese Rem Koolhaas la “Manhattan Suite” del pianista e compositore Carlo Maria Barile, in programma giovedì 18 agosto alle 22.30 in piazza Santo Isidoro: un racconto in musica in chiave jazzistica che evoca le atmosfere e i paesaggi urbani della grande metropoli sul fiume Hudson. Sui tasti bianchi e neri, in un emozionante e brillante assolo, si sprigiona tutto il fascino di New York, a partire dalle origini di Manhattan, proseguendo con Rockefeller Center, Ground Zero, fino ai grattacieli del centro della città.

Magie d’opera nel Barigadu con “L’Orfeo – Favola in Musica” venerdì 19 agosto alle 22.00 presso il Ponte Romano con il soprano Federica Cubeddu, Alice Madessu,baritono Manuel Cossu,l’Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt” diretta da don Raimondo Mameli: tra la fine del Rinascimento e l’inizio del Barocco, il capolavoro di Claudio Monteverdi su libretto di Alessandro Striggio ripropone il mito dell’antico aedo e della sua discesa all’Ade per riportare in vita la sua sposa, la bella ninfa Euridice. Un’antologia dei brani più significativi per una esecuzione in forma di concerto, un’occasione per riscoprire il celebre dramma in musica, tra virtuosismo e poesia.

Finale in musica sabato 20 agosto alle 22 in piazza dei Balli con “FantaFolk”: il concerto del duo formato da Vanni Masala all’organetto e Andrea Pisu alle launeddas, tra tradizione e sperimentazione, è incentrato sulla rivisitazione del repertorio musicale contemporaneo internazionale, in una interpretazione inedita e originale attraverso le sonorità, i colori, i timbri e le dinamiche degli antichi strumenti dell’Isola, « riuscendo ad abbracciare tutti gli stili e creando un tessuto melodico davvero unico», sorprendente e seducente, di grande suggestione.

A seguire la Festa Finale con gli artisti e gli spettatori uniti in un unico brindisi, con l’auspicio di ritrovarsi per la prossima edizione di Palcoscenici d’Estate ad Allai.

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