di Giampaolo Piga
Oggi che ho smesso di cantare mi sento un po’ come Toto’ che dopo aver lavorato sul set tutta la notte, si metteva alla finestra per osservare chi invece iniziava a lavorare.
Quando poi ripenso al lavoro che ho fatto, mi viene da considerare che sempre pulitino pulitino e senza calli nelle mani, forse dovrei ritenere che in vita mia non ho mai fatto un giorno di lavoro e mi torna in mente la battuta di un noto riccone che divertito era solito dire:<<io non ho mai lavorato perche’ non ne ho avuto il tempo>>.
Certo che è proprio strana la mia vita lavorativa che iniziata all’insegna di Pirandello è finita con lo spartito della Butterfly in mano passando per centinaia e centinaia di serate d’Opera.
Quella sera in via Azuni a Cagliari, non potevo certo immaginare che quel”l’uomo dal fiore in bocca” recitato da bravissimi e motivati ragazzi, forse affamati come me, avrebbe segnato l’inizio della mia avventura col Teatro.
Seduto in un angolino di quella angusta sala, mi godevo ogni attimo di quella messa in scena e già il poter assistere a quel che accade dietro le quinte di uno spettacolo, mi faceva sentire il ragazzo piu’ fortunato del mondo e ogni volta che mi capita di passare per via Azuni, ancora oggi alzo gli occhi al cielo a ringraziare tutti i Santi del Paradiso e il regista che per primo ha creduto in me.
Prima che con Pirandello però, è con William Shakespeare che alimentavo la mia fantasia di ragazzo da quando in collegio a Firenze fece capolino il suo Otello che era tra i testi proibiti in bella mostra nella biblioteca chiusa a chiave. Non passò molto tempo che l’Otello ci pensò Mario del Monaco a farmelo amare e tanto lo amo’ anche lui, che se ne’ andò indossando proprio i panni del Moro di Venezia.
Oggi pero’, di quel dramma shakespeariano, mi viene in mente Desdemona, cosi’ dolce, cosi’ remissiva e arrendevole che vien voglia di proteggerla e coccolarla. Chi invece ha dato sempre l’impressione di non avere mai bisogno di coccole e protezione, fu quella certa Maggie Smith che col ruolo di Desdemona, al fianco di Laurence Olivier, si porto’ a casa il premio Oscar.
Non vado mai al cinema e guardo poco la tv, ma le poche volte che quella donna mi è apparsa in qualche film, ebbene, non ho dubbi: il film diventava lei, Maggie Smith, e nessuno degli attori, nemmeno il piu’ bravo, riusciva a rimanere nella memoria quanto quel “diavolo” di donna.
Il maghetto Harry Potter, è grazie anche alla presenza di questa grande attrice che ha avuto tanta fortuna e popolarità e la sua “Camera con vista” girato nei luoghi della mia infanzia, mi ha riportato a Firenze aggiungendo bellezza e leggerezza con la sua spinosa ironia. Ed è sempre a Firenze che Franco Zeffirelli le fece prendere “Un tè con Mussolini” in quello straordinario film che fece epoca, e ora che non c’è piu’, con quella inconfondibile eleganza, si potra’ gustare quella preziosa bevanda col suo ineguagliabile ironico sorriso. Ciao Maggie Smith
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