Oggi voglio farvi conoscere una giovane direttrice d’orchestra cagliaritana di grande talento: Anna Maria Irde . Sono sempre stata curiosa di capire come una musicista inizi il suo percorso artistico ma soprattutto come mai decida di scegliere la difficoltosa strada della direzione, professione che fino a qualche anno fa era prettamente maschile.
“Uno dei primi ricordi legato alla musica è questo: quando avevo un anno e mezzo, forse due, nonno Cesare mi portava ad ascoltare i concerti della banda comunale di Cagliari, diretta dal maestro Sitzia, sul piazzale del CIS. Ricordo questi concerti come un sogno, ero davvero piccola. Nonno, che amava conservare i programmi dei concerti, ne prendeva sempre uno anche per me e lo arrotolava così bene da farne una piccolissima bacchetta. Me la consegnava in mano e, imitando i gesti del Maestro, anche io “dirigevo” la banda dal passeggino. Che divertimento!
Qualche anno dopo, alle scuole elementari (avevo 5 anni, perché entrata un anno avanti alla scuola primaria), Don Vincio, mio maestro di musica all’Infanzia Lieta, notò che durante le prove del saggio di fine anno muovevo le braccia a tempo come lui mentre dirigeva il nostro coro. Così, al saggio, a sorpresa per i miei genitori (mantenni il segreto), mi fece alzare, prendere la posizione del direttore e dirigere il coro della scuola… da sola!
I miei genitori amano tantissimo la musica e hanno un buon orecchio musicale, ma non hanno mai studiato da professionisti. Mamma ha sempre cantato benissimo, sin da bambina, papà ha imparato da autodidatta a suonare la chitarra. Per imitarlo prendevo una racchetta e la usavo come chitarra, mentre giravano i dischi di Pino Daniele o di James Taylor nel salone di casa, la domenica mattina. Per Natale inaspettatamente, ricevetti una chitarra vera e, dopo aver imparato qualche accordo da papà, continuai poi a suonarla ad orecchio.
Qualche anno dopo arrivò in dono la prima tastiera Yamaha, che conteneva anche delle musiche registrate al suo interno. Tra queste melodie ce ne è stata una che mi colpì da subito: era l’incipit del celebre corale “Jesus bleibet meine Freude”, tratto dalla Cantata BWV 147 di Johann Sebastian Bach.
A furia di ascoltarla, e riascoltarla, provare e riprovare, imparai a suonarla ad orecchio a mani unite, basso con la sinistra e melodia con la destra ( a ripensarci!, con diteggiature scomodissime ed improbabili,).
Fu allora che i miei genitori decisero di farmi fare l’audizione per entrare al Conservatorio di Cagliari G.P. Da Palestrina, perché io per prima avevo espresso il desiderio, senza alcun tipo di forzatura, di seguire gli studi musicali. Superai l’esame di ammissione in arpa, flauto traverso, oboe e pianoforte. Scelsi il pianoforte!
Ricordo come fosse oggi il giorno in cui andammo a vedere gli esiti (allora venivano appesi all’interno del Conservatorio dei fogli con gli elenchi dove una linea a penna rossa divideva chi rientrava nei posti liberi e chi no).
Così nel settembre del 2004 iniziò la mia avventura verso la “comprensione” della musica (fino ad allora era stata solo “rapimento”, per usare le parole di Dante, sapientemente citate dal maestro Muti in uno dei suoi ultimi libri pubblicati).
Quell’avventura è proseguita per vent’anni e continua ancora oggi; il bello della musica è che non si arriva mai ad una conclusione, c’è sempre qualcosa di nuovo da studiare, da imparare, da migliorare.
Nel mio percorso di studi ho avuto la fortuna di studiare Teoria e Solfeggio con Luisa Floris, musicista eccellente, docente rigorosa, severa ma giusta. Ricordo benissimo di avere visto la prima partitura orchestrale proprio con lei, così come ricordo il giorno che uscendo da una delle sue prime lezioni di solfeggio, saltando di gioia urlai a mia madre: “Mamma ho capito la musica! Ho capito come si legge la musica!”.
L’altra persona che ringrazio tanto per ciò che mi ha trasmesso, sia dal punto di vista umano che dal punto di vista musicale, è Francesca Giangrandi, pianista e didatta eccezionale. A lei devo il metodo di studio, la mia grande passione per Bach e per Robert Schumann, l’educazione alla curiosità, alla scoperta sempre di nuove soluzioni musicali. Lei mi ha accompagnata al diploma tradizionale di Pianoforte principale, che ho sostenuto nell’ottobre 2015.
Dopo il liceo classico Dettori, che frequentavo in contemporanea al Conservatorio, scelsi di provare ad entrare nella Facoltà di architettura; ho sempre amato la storia dell’arte e dell’architettura. Durante le lezioni al liceo mi piaceva prendere appunti disegnando sul quaderno le architetture che venivano proiettate alla lavagna dal professore. La musica però è rimasta sempre presente, entrando anche nelle mie due tesi di laurea, entrambe dedicate all’ambito dell’acoustic design e della storia dell’architettura teatrale. Musica e Architettura sono due mondi molto vicini, più di quanto si immagini. La composizione architettonica ha certamente dei legami con la composizione musicale.
Dopo l’esame di abilitazione alla professione di architetto però, e dopo un periodo “di riflessione”, mi mancava ancora qualche cosa. Decisi quindi di mettermi a studiare per provare finalmente l’esame di ammissione al corso di Direzione d’orchestra, il mio grande desiderio fin dalla prima infanzia.
Così nel 2022 è iniziato un nuovo percorso, impegnativo ma bellissimo, sotto la guida del mio Maestro di Direzione d’Orchestra al Conservatorio di Cagliari, Sergio Monterisi, che ringrazio per la pazie
nza e la grande dedizione con cui alimenta la nostra passione per quest’arte difficilissima, ma che regala emozioni indescrivibili.
L’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Cagliari è diventata una famiglia, dove ho conosciuto in questi anni , tantissime persone stringendo bellissimi legami, sia con musicisti già professionisti che con allievi già di altissimo livello musicale, che prendono parte alle manifestazioni musicali della scuola ed alle nostre prove d’orchestra.
Per quanto riguarda i repertori, amo molto sia il sinfonico che l’operistico. Al momento, forse anche per la mia poca esperienza, ho ancora tanto da studiare, non saprei scegliere. Devo sicuramente a mia sorella Chiara, la passione per l’Opera lirica . Lei per anni ha cantato nel Coro di voci bianche del Teatro Lirico di Cagliari, portandoci a teatro ad assistere a capolavori come Carmen, Boheme, Pagliacci.
In realtà, oltre alla musica cosiddetta “colta”, le mie playlist musicali sono ricche dei generi più diversi tra loro. Il mio “sport” preferito è perdermi su Spotify e scoprire sempre nuova musica da ascoltare”
Anna Irede ultimamente ha diretto l’orchestra del conservatorio con maestria, il difficile concerto di Aram Ilic’ Khachaturian per violino e orchestra nella trascrizione per flauto qui eseguito dal flautista Pietro Nonnis
Nella stessa serata sono stati presentati altri due concerti: uno di Antonin Dvorak ,diretto da Gianluigi Dettori col violoncello solista Omar Leone ; Georg Philip Telemann direttore Andrè Lorenzatti e clarinetti Paola Lilliu e Debora Cabras
Leggere il percorso di studi e l’esperienza di Anna Maria Irde la mattina del 31 dicembre mi predispone a ringraziare Dio per il grande dono della vita. Grazie Sandra che raccogli tanta Bellezza nelle pagine di MusicAmore. Il racconto di Anna tocca le corde del cuore e le fa vibrare fin dall’inizio, quando “fotografa” quel rotolino di carta che diventava il prototipo della bachetta del Maestro d’Orchestra. Poesia pura. Ed ancora vorrei dire che ho sempre provato un brivido d’emozione quando mi capita di sfogliare una rivista di architettura e sentire nell’aria delle note musicali che scorrono. Leggendo quest’esperienza ho capito che quelle sensazioni hanno una loro ragione di esistere. Grazie Anna.
grazie Aldo per il bellissimo commento