Mi è stato chiesto di esprimere il mio pensiero sulla trasmissione andata in onda su RAI Tre, Viva Puccini! Ho detto ciò che penso già su Facebook e voglio farlo anche qui in questo mio spazio virtuale che può essere visto anche da chi non si trova sui social.
Non attaccherò nessuno perchè ho comunque rispetto per chi lavora come i colleghi musicisti o lo staff tecnico, ma nel globale credo che l’operazione sia stata una torta mal riuscita. E non si tratta di essere bacchettoni perchè se cè una persona aperta alle contaminazioni, io sono una di quelle. Esprimo il mio pensiero con spartito alla mano.
Ho dato il mio giudizio conoscendo gli spartiti di ciò che si è eseguito e quindi vedendo che quello che ha scritto il grande Puccini è stato eseguito in maniera precaria e superficiale. Ho sentito popolari romanze che non hanno rispettato nulla o quasi di ciò che il musicista toscano voleva. Invito chiunque a fare lo stesso, riascoltando la replica su RAI play, con lo spartito.
Il fatto che ci fossero musicisti di “musica moderna” non mi ha certo scandalizzato, ma che fossero lì messi a caso si, soprattutto in momenti “sacri” . Per non parlare poi del monologo sulla violenzao o dell’irrispettosa imitazione iniziale del noto giornalista. Ma qual era il senso?
E poi, se proprio si voleva dare un titolo alla trasmissione lo avrei chiamato “Varietà” senza cercare Giacomo Puccini.
Premessa: sono nato il 29 novembre e Puccini è morto il 29 novembre. Forse questo ha a che fare con la mia vita. Tecnico del suono che ho lavorato con tutti,ma proprio tutti i cantanti, gruppi e tutto ciò che è musica in tutto il mondo, ma la lirica l’ho sempre avuta nel cuore. Puccini poi, non mi vergogno a dirlo, è il mio IDOLO tanto che ho disposto che al mio funerale (quando sarà) voglio che si diffondano alcune arie pucciniane. Poi ho avuto la fortuna di lavorare sempre come tecnico audio, con l’orchestra del Teatro alla Scala e di altri teatri, e il massimo l’ho ottenuto quando sono stato a Spoleto al Festival per nove anni (stagioni) dove si è fatto di tutto. Di Puccini il Trittico, ma poi Le nozze di Figaro, I Racconti di Hoffman e tante altre e quindi a fronte di ciò, mi sento di suggerire ai giovani pseudocantanti odierni, (leggi De Filippi & C.) di ascoltare un po’ di classica e di lirica prima di prendere in mano un microfono o di atteggiarsi a compositori.